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“Un’altra vita”, giovedì in Tv la fiction di Ponza

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di Luisa Guarino

un'altra vita goggi e incontrada

 

Giovedì 11 settembre alle 21.15 andrà in onda su Raiuno la prima di sei puntate, annunciate da trailer di grande richiamo, della fiction “Un’altra vita”, girata quest’inverno a Ponza. L’anteprima della data di programmazione l’abbiamo data sul nostro stesso sito oltre un mese fa, quando verso i primi di agosto il noto settimanale “Tv Sorrisi e Canzoni” aveva dedicato all’evento la copertina e un ampio servizio all’interno pieno di belle foto. Prodotta da Endemol Italia e Rai Fiction, “Un’altra vita” è diretta da Cinzia Th Torrini, regista tra l’altro di “Elisa di Rivombrosa”. Un’ulteriore garanzia di un lavoro appassionante e di qualità viene dalla sceneggiatura scritta da Ivan Cotroneo (“Una grande famiglia”). Interpreti principali sono Vanessa Incontrada (scoperta qualche anno fa cinematograficamente parlando da Pupi Avati), Loretta Goggi, per la quale ogni presentazione è superflua; accanto a loro Cesare Bocci (il famoso Mimì Augello a fianco del commissario Montalbano), e Daniele Liotti (bruno e bello, anche lui popolare per diverse apparizioni in tv). Vanessa Incontrada è Emma, medico, con tre figlie, che cambia vita e ‘scappa’ da Milano per rifugiarsi e lavorare sull’isola di Ponza; mentre Loretta Goggi è Elvira, una suocera ‘vecchio stampo’ e allo stesso tempo una nonna fortemente attaccata alle nipoti, che ‘insegue’ la nuora con la speranza di poter riportare tutte e quattro a casa.

u n'altra vita cesare bocci

unaltra-vita-vanessa-incontrada copia

un'altra vita daniele liotti

un'altra vita loretta goggi

 

Set-Fiction.-Paolino-a-Mare

“Un’altra vita” è una storia di passione, che mette in evidenza la capacità delle donne di affrontare le avversità della vita conseguendo la giusta rivincita. Cesare Bocci è il marito di Emma, Pietro, che finisce in carcere con l’accusa di corruzione; Daniele Liotti è invece Antonio, un affascinante avvocato romano che nasconde tanti segreti. Nella finzione il medico Emma comincerà a prestare servizio nel presidio medico dell’isola, che nella realtà è la struttura del Poliambulatorio in località Tre Venti. Sullo sfondo della vicenda i panorami di Ponza, i suoi scorci più noti ma anche quelli meno conosciuti: angoli e panorami di mare, insieme a strade, vicoli e piazze. E naturalmente la presenza di molti ponzesi residenti, scelti come generici e comparse. Naturalmente l’attesa per l’inizio della fiction è vissuta con particolare emozione e curiosità sia da chi vive a Ponza sia da tutti quelli che la conoscono e la amano, come scoperta recente o di una vita.

un'altra vita bar tripoli

In occasione delle riprese che si sono svolte nei mesi scorsi nell’isola, alcuni luoghi hanno subito ritocchi e trasformazioni, anche solo nelle insegne di qualche esercizio commerciale, come il centralissimo Caffè Tripoli di Piazza Pisacane della storica famiglia Di Monaco (leggendarie le figure di nonna Angelina e di Mamena-Filomena), attualmente gestito con dal figlio di quest’ultima, Vincenzo Conte. In molti non vediamo l’ora di poter assistere a questa fiction, che ancora una volta porta all’attenzione nazionale una location straordinaria e unica come Ponza, nonché la quotidianità di una comunità nei mesi più duri dell’anno, quando vacanze e turisti sono ricordo, speranza e attesa. “U viccann’, ‘u villoc’, ‘i villann’”(eccolo, eccolo là, eccoli): con queste esclamazioni da questa sera saremo tutti con il dito puntato, per uno scopo buono, sullo schermo della tv.
Buona visione a tutti.

un'altra vita


Colpo d’occhio. (6). U fuochiste

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di Francesco De Luca
Giovanni i Pataccone

 

U fuochiste

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U fuochiste nuosto

è ’n’artista.

Ce piace

quanno a ggente

sente i spare,

e se cumpiace

ca ’ncopp’ a ’stu scoglio

ce sta uno ca,

quanno è festa,

i penziere t’i sbroglie,

’i ghiette ’nfunno.

Mò so’ botte ca ’ntroneno i mure

e mò so’ tric-trac

ca nun fanno paura;

mo so’ razze

ca spaccheno u cielo

e mò so’ buttecelle

leggere.

Giuvannino ’i Pataccone

è u fuochiste nuosto,

e quanno i Punzise

ind’a vernata

stanno sule e scunsulate,

spare tre o quatte botte

e ce ammoste ’a luce

doppo u scuro d’a notte.

Giuvannino ’i Pataccone…

ciente e cient’anne

pozze sta bbuono.

Ponzing Review

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di Sang’ i Retunne
Venerdì pesce

Giggino – Mò abbasta! Me so’ veramente stufato, chist’ stanno esaggerando: ogni bel giogo dura molto.
Sang’ i Retunne – Veramente si dice “dura poco”. Ma ch’è succiéss’?

Gg – Che è succiess’? E non vedi che qua nun funziona cchiù niente e che ce mancano ’nu sacco’i cose? È ora ca ce svigliamm’. L’isola se ne sta ienn’affunn’!
Sr – Azz! Finalmente ci sei arrivato anche tu. Era ora!

Gg – Ma te pare iuste ca nun ce sta ’nu fetent’ ’i semafor’? A Formia in 3 chilometri ce ne stanno 8 e qua in 8 chilometri nun ce ne sta manc’uno. Ma che
schifo!
Sr – ’U semaforo? Cca? Mmah!

Gg – Scusa, pecché cca nun è Italia? Sai quanti mmulte utili alla comunione isolana?
Sr – Sì, al battesimo! Ma ’sto semaforo io proprio non lo vedo.

Gg – E pe’ forza ca nunn’u vide… nun ce sta!
Sr – Aeee! Vabbuò!

Gg – Poi n’ata cosa. Te pare giusto che cca nun tenimme “E’ qua l’Italia”?
Sr – Giggì si dice Equitalia. Ma che cci è fa’?

Gg – Certe ca si’ ’gnorante forte. Pe’ pava’ i diebbete che uno nun ha pavate.
Sr – Ma quanti diebiti ce stanno cca?

Gg – Ce stann’… ce stann’! Ca nun se pavene ce ne stanno assaie.
Sr – A me, però, me pare ‘nu poco esagerato.

Gg – E po’ ce stanno i Carabbinieri, ce sta ’a Finanza, ce sta ’a Marina… a Zannone ce sta ’a Forestale… io pretendo ’a Polizia pure a Palmarola. O tutte o
nesciuno!

Sr – Azz! Pure?

Gg – Tu quant’è avuto ’i luce?
Sr – E mò che c’entra la corrente?

Gg – È che ce sta ’nu’ spreco inutile… e nui pavamme..!
Sr – A sì?

Gg – Eccierto. È cosa, ’i ave’ sette fari? ’A’Uardia, ’a Madonna, tre ’ndu puorte, duie a Zannone… Uno sule ’ngoppa ’a ’Uardia abbasta e superchia. Sai che risparmio?
Sr – Incredibile….

Gg – E poi… tutte chilli lampadine appecciate p’a via ’i notte? A chi hanna fa’ luce? …’i maruzze?
Sr – E ch’i vulisse astuta’? Vuoi fare il coprifuoco?

Gg – No no! …’u fuoco se po’ tené appecciate! …song’ ’i luci’elettriche ca costano e s’hanna stutà. Si po’ uno adda scenn’ abbascia’a Fonte, ce mette ’n’euro, scummazza l’interruttore e tene 10 minute pe’ s’arretera’.
Sr – Pure? Adda pure corre. Siente a mme, ma cu tanti ccose ca nun vanno, cheste non mi sembrano così importanti. Fai qualche proposta più seria.

Gg – Ecco! Propongo di attivare le radio per tutti i residenti. Più seria di così…
Sr – Le radio? Che radio?

Gg – Per risparmiare tempo e denaro ci vogliono dei baracchini radio.
Sr – Per parlare con chi?

Gg – Comme cu’ chi? C’u Comune.
Sr – E non ci sono gli uffici e i telefoni?

Gg – ’Uaglio’, modernizzati: contatto diretto ed immediato! Abolire telefoni  e posta.
Sr – Spiegati meglio, voglio capire.

Gg – Tu, per esempio, puo’ chiamma’ ’u sinneco via radio…
Sr – Azz, comodo! Quindi, per esempio, gli posso domandare se posso andare a fare il bagno a Frontone?

Gg – Come no! E lui risponde puntualmente: “Orrore! Passo e chiudo”. Vide quanto s’è risparmiato!?

 

Spending review.1

I risultati del Lola Trophy

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ricevuto come comunicato stampa in Redazione
Vincitore Lola Trophy 2014 Renato Turiziani

 

Lola Trophy, grande successo per la 12a edizione

Si è svolta lo scorso fine settimana nelle acque dell’Arcipelago Ponziano la dodicesima edizione del Lola Trophy. Due giorni di gara per contendersi il trofeo di pesca a traina dedicato a dentici e ricciole organizzato da Nestore Grassucci, presidente dell’Associazione Diportisti Arcipelago Pontino. L’Isola di Ponza si è presentata al cospetto dei partecipanti nel suo massimo splendore a contrasto con le previsioni che davano tutto tranne il bel tempo.

Dispiace per molti equipaggi che volevano raggiungere l’isola provenienti da diverse Regioni e che sono stati influenzati dalle previsioni meteo. Infatti, era previsto tempo brutto, vento sostenuto di maestrale e due metri d’onda.

Fortunatamente, la situazione si è capovolta con vento praticamente assente e sole splendente tranne un nuvolone passato tra Ponza e Zannone che ha portato un piccolo acquazzone tropicale circoscritto in una zona limitata. Notti insonni a calamari (esca principe per insidiare i predatori) con una luna che si riflette sulla superfice del mare lucida come uno specchio.

Contrasti di luci che rendono il paesaggio incantevole quasi fiabesco. Albe mozzafiato hanno esaltato i primi attimi di gara che sappiamo tra i più determinanti.   Occhi attenti a scrutare ogni minimo movimento degli avversari e poi, intuire sul monitor dell’ecoscandaglio quelle informazioni importanti come la palla di mangianza per la presenza dei predatori.

La tecnica di pesca con l’esca naturale, è forse la più emozionante perché fa vivere il mare intensamente. Si studia ogni minimo angolo del fondale, per scoprire dove si possono concretizzare le condizioni ideali per gli attacchi fulminei dei predatori.

Da ricordare che a Ponza è stata  inventata molti anni or sono, probabilmente dal grande pescatore Don Ferdinando, la tecnica di pesca con il piombo guardiano, attualmente la più impiegata per la pesca a dentici e ricciole.

Sedici gli equipaggi presenti su 21 che avevano dato l’adesione. Pescatori locali e team provenienti da tutta Italia attendono tutto l’anno per riunirsi, passare momenti goliardici e vivere il mare a 360°.

Alla fine dei due giorni di gara il vincitore del Lola Trophy 2014 è l’imbarcazione “Innominata” di Renato Turiziani proveniente da Frosinone ma ormai ponzese adottato. Ha partecipato in solitario su un gozzo di 6 metri pescando due ricciole di 3,5 e 5,5 kg.

La preda più grande è stata una ricciola di 5,6 kg pescata dal team “Martina” di Marco Romano con il figlio Flavio che ha vinto anche il premio della coppa in memoria di Andrea Delvecchio offerta dal fratello Piero e famiglia.

La premiazione si è svolta presso il ristorante EÉA in occasione di un pranzo mozzafiato per il bellissimo panorama. Si domina, infatti, il porto borbonico e l’intera Isola.

L’organizzazione ringrazia il Comune di Ponza per il patrocinio, l’azienda agricola di Ponza Taffuri Pouchain per i vini offerti, i negozi di pesca: Charlie Brown di San Felice Circeo, Ciaramaglia di Gaeta, Nautica Inn di Formia, Super Pesca in Mare di Ponza per la collaborazione ed i premi tecnici dati.

 

Immagine di copertina: il vincitore dell’Edizione 2014 del Lola Trophy, Renato Turiziani

Inviato da: Ufficio Stampa Ponza Estate Com.unica

Le nostre Isole come itinerario turistico alternativo (1)

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di Giuseppe Mazzella
La Biodiversità e Geodiversità del Golfo di Napoli. Libro

 

Promuovere l’Arcipelago Ponziano come itinerario turistico-culturale alternativo. Questo è quello che si prefigge l’escursione-studio organizzata dall’Istituto di Ricerca e di Didattica Ambientale – IREDA di Napoli, sotto la guida dei professori Elio Abatino e Maria Teresa Lipartiti.

Da oggi 12 al 16 settembre, infatti, un gruppo di docenti visiteranno le isole via mare e a terra, per promuoverne la conoscenza dal punto di vista ambientale, storico e geologico.
L’Istituto napoletano è da circa quarant’anni impegnato nella riscoperta e nella valorizzazione delle isole del Mar Mediterraneo. E con questo appuntamento settembrino intende approfondire con la visita dei luoghi il patrimonio delle nostre isole.
L’excursus si collega alle manifestazioni istituite per l’Anno Internazionale della Biodiversità e Geodiversità delle Giornate Culturali Europee del Patrimonio Forestale per il 2014.

Il prof. Elio Abatino

Il Prof. Abatino conosce e studia Ponza dal 1970, quando preparò la sua tesi di laurea studiando dei carotaggi profondi nel fondale delle isole.
“Da quel mio studio – afferma – ho potuto rilevare che le isole erano ricoperte da un’ampia vegetazione di querce che furono tagliate all’epoca della colonizzazione borbonica. E che le isole erano collegate alla terraferma all’epoca dell’ultima glaciazione di 19.000 anni fa, quando il mare si abbassò per oltre cento metri, Queste isole, poi, rappresentano un campionario di varietà sotto il profilo geologico e della fauna marina. Un patrimonio che merita di essere conosciuto e valorizzato.

L’itinerario ponzese si inserisce in un percorso che ci vedrà impegnati prossimamente in un Convegno internazionale che terremo a Parigi o in un’altra località europea, per far conoscere il nostro patrimonio e proporlo al turismo come un’alternativa alla solita vacanza di mare e di sole”.

Queste ed altre indicazioni verranno offerte dal convegno che si terrà presso l’Hotel Ortensia a Le Forna alle ore 21 del 15 settembre, in cui non solo verranno illustrate le finalità del progetto, ma sarà possibile interagire con i docenti, approfondendo tematiche ambientali e geologiche del nostro arcipelago.  

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 [Le nostre Isole come itinerario turistico alternativo. (1). Continua]

Il corallo nero di Ponza

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di Rosanna Conte

 

Sapevate che nei fondali di Ponza ci sono colonie di corallo nero?

1. San-Pietro

Un pesce San Pietro nuota tra le ramificazioni di un corallo nero nei fondali delle nostre isole.

E’ questa una della immagini riprese dagli strumenti della nave oceanografica Astrea dell’ISPRA (1) sulla quale un gruppo di ricercatori sta raccogliendo dati per il progetto europeo ENPI-ECOSAFIMED: Le foreste di corallo del Mediterraneo e la pesca artigianale sostenibile che riguarda le isole Ponziane (Ponza, Zannone e Palmarola) e Patti, in Sicilia.

2. A bordo

Pare che sui fondali studiati ci siano ‘dense’ foreste del corallo nero Parantipathes larix, un organismo a forma di scovolino, con colonie alte quanto un giovane ragazzo. Sono state trovate altre specie di corallo nero in buona parte dei siti esplorati, ci sono poi zone a corallo rosso, fondi a spugne, foreste superficiali di gorgonie e prati di anemoni a tubo”.

3. Foresta-di-corallo-nero

L’utilizzo della parola “foresta” non deve trarre in inganno: le foreste sottomarine, a differenza di quelle terrestri, sono formate da organismi animali anche se assumono  forma di arbusti.

Chi sono questi ricercatori?
La dott.ssa Marzia Bo, ricercatrice di zoologia marina presso l’Università di Genova, coordina il gruppo di ricerca italiano, piccolina, sorridente, affabile le brillano gli occhi quando parla di quello che fa e di quanto ha scoperto; insieme al dott. Sandro Cerasi, osservatore scientifico a bordo del peschereccio ponzese che collabora al progetto.

Jordi Grynyo, esperto di organismi profondi, del Consiglio Superiore delle Ricerche Scientifiche di Barcellona, un giovane biondino alto, tranquillo e attento a quanto gli accade intorno, è l’altro ricercatore.

Infine c’è il biologo marino Simonepietro Canese dell’ISPRA, un esperto in biologia della fauna ittica con una vasta esperienza nel settore delle esplorazioni profonde.

4. Gruppo

Quali istituzioni sono coinvolte?
II progetto, coordinato dal Ministero dell’Agricoltura, dell’Alimentazione e dell’Ambiente spagnolo, tramite l’organizzazione Fondazione Biodiversità vede coinvolte, oltre alla Spagna, l’Università di Genova, per l’Italia e l’Istituto Nazionale per le Scienze Marine e Tecnologiche, per la Tunisia.

Fa parte del programma europeo ENPI CBC Bacino del Mediterraneo che prevede una cooperazione trans-frontaliera multilaterale tra i paesi del Mediterraneo per valorizzare le potenzialità economiche dell’area e affrontare insieme sfide comuni.

5. Loghi

Loghi degli Enti coinvolti (cliccare per ingrandire)

Quale è lo scopo del progetto?
Come suggerisce il titolo, lo scopo è conoscere quanto possa influire la pesca artigianale sugli organismi che vivono a stretto contatto col fondo marino, in particolare sulle foreste di corallo, ed individuare le pratiche di pesca che meno impattano questi eco-sistemi.

La pesca artigianale è quella fatta con tramagli, nasse e coffe che vengono calati, prevalentemente, vicino a secche rocciose profonde, luogo ottimale per le foreste di organismi arborescenti (coralli neri, gorgonie ecc) intorno a cui gravita una ricca fauna di altri organismi, tra cui anche specie ittiche di interesse commerciale.

I danni possono derivare sia dal trascinamento degli attrezzi trasportati dalle correnti sia dal loro abbandono accidentale sul fondale – quando si rompono o si perdono.

Una-nassa-abbandonata-ancora-pescante

Una nassa abbandonata, ancora pescante

Considerata l’importanza e la complessità del problema, gli studiosi intendono innanzitutto valutare l’entità del possibile impatto sugli ecosistemi situati alla profondità a cui arrivano le reti, cioè dai 50 ai 200 m, osservando quanto arriva a bordo dei pescherecci ed esplorando direttamente i fondali. Successivamente intendono promuovere pratiche responsabili di pesca artigianale, decise in accordo con i principali fruitori del mare, in grado di garantire la conservazione di quei fondali preziosa fonte di reddito dei pescatori stessi.

6. Nave

6bis. Lavori a bordo.2

Lavori a bordo della nave oceanografica

Durante la settimana di agosto in cui l’Astrea è stata a Ponza, i ricercatori hanno proceduto alla mappatura dei fondali con strumenti ad alta definizione, delineando sette aree di studio, tracciate in relazione alle aree di pesca maggiormente utilizzate dai pescatori locali a cui i ricercatori si sono rivolti e che hanno collaborato anche operativamente con numerose pescate sperimentali.

Durante l’esplorazione di 13.000 m di fondale sono state rinvenute le foreste di corallo nero sopra citate e questo ha una enorme rilevanza poiché la nostra zona non è mai stata studiata dal punto di vista delle comunità profonde.

Per il momento i dati raccolti non consentono una facile analisi poiché le tracce di impatto sui fondali rocciosi possono essere ascritte sia alla pesca artigianale, ma anche a quella ricreativa, molto più difficile da monitorare.

Il progetto comincia a misurarsi con un contesto reale ed i giovani ricercatori sono nel pieno del loro entusiasmo.
Non possiamo che augurare loro buon lavoro e arrivederci al prossimo anno

7. Partenza

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(1) ISPRA – Istituto  Superiore per la Protezione e la  Ricerca Ambientale

“Un’altra vita“, le impressioni dopo la prima puntata

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di Paolo Iannuccelli

Vanessa Incontrada in un'altra vita

Su RaiUno la nuova fiction “Un’altra vita“, serie televisiva in sei puntate con Vanessa Incontrada e Daniele Liotti.
Ottimo lo share, con 25.5% in prima serata.
Giovedì sera in tanti hanno seguito la trasmissione su Raiuno, scoprendo le bellezze dell’isola, panorami mozzafiato, un mare cristallino, gente all’inizio diffidente poi calorosa ed accogliente, tanto da coprire di regali una dottoressa davvero in gamba, diventata molto popolare.

Ponza - Le Forna

E’ emerso il vero carattere dei ponzesi, insieme alle difficoltà che incontrano tutti gli abitanti delle isole minori italiane durante il lungo periodo invernale. Molte cose non sono apparse veritiere ed hanno mostrato un’immagine negativa come la mancanza di taxi – presenti sempre puntualmente all’arrivo della nave – l’inefficienza della scuola e degli insegnanti apparsi poco preparati, credenze popolari non vere come quella riguardante la Villa delle Tortore, i tempi lunghi per fare arrivare i prodotti da Formia, l’acqua calda che manca, tutte cose che nulla hanno a che fare con l’isola e con i suoi cittadini che farebbero bene a difendersi da certe falsità.
E’ apparsa una Ponza arcaica, diversa dal presente, davvero un fatto increscioso;  in tanti amici mi hanno segnalato le loro nette impressioni negative.
Le frasi offensive delle ragazze milanesi, all’inizio del film, hanno creato un certo imbarazzo, volevano tornare a casa, senza rendersi conto della realtà.

un'altra vita immagine 1

un'altra vita immagine 3

A Ponza hanno allestito, per l’occasione, uno schermo in piazza Pisacane, a cura di Francesco Cordella, al termine di una giornata dal tempo davvero inclemente.

Nella fiction si racconta la storia di Emma, una donna che, dopo l’arresto improvviso del marito, trova il coraggio di cambiare la sua vita e di rimettersi in gioco. E lo fa trasferendosi da Milano sull’isola di Ponza, insieme alle sue tre figlie.
Qui inizia a lavorare come medico della Asl, al Poliambulatorio, ma ambientarsi a questa nuova vita, tanto diversa dalla precedente, non sarà affatto semplice.
Ponza è un luogo meraviglioso, quanto inizialmente ostile: lei è una donna, è di Milano e nuova, motivo per cui la gente inizialmente faticherà a fidarsi di lei. Ma, col tempo, imparerà a ritrovare se stessa.

un'altra vita immagine dalla 1° puntata

Protagoniste sono sei donne e tre generazioni: una serie vista con gli occhi delle donne attraverso sei personaggi femminili con tutte le loro sfaccettature.

Il commento della regista di questa fiction, Cinzia Th Torrini.“E’ stata un’esperienza unica come regista avere Ponza tutta per noi. Un centinaio di persone, tra troupe e attori, sbarcati con camion e attrezzature in pieno inverno, tre ristoranti e un albergo aperti apposta per noi. Dove sono gli abitanti? Come facciamo con le comparse? Sembrava di essere noi stessi dentro la trama del nostro film. Da dietro le finestre ci guardavano con sospetto. Sembrava che si chiedessero: che ci fanno qui? Hanno sbagliato stagione…Poi siamo riusciti a farli uscire dalle loro case. Li abbiamo convinti a far parte del film. A loro è piaciuto e alla fine ci hanno ringraziato per aver “svegliato” l’isola, accorciando il lungo periodo di attesa per la buona stagione, quando finalmente tutto si anima e si apre”.

un'altra vita le riprese
Cinzia Th Torrini prosegue: “Noi abbiamo scoperto che l’isola con i colori del mare, del cielo, delle rocce, d’inverno è ancora più affascinante. Siamo riusciti a filmare aspri dirupi e calette irraggiungibili, mostrando in ‘Un’altra Vita’ immagini suggestive e sconosciute di Ponza.Questo lavoro mi ha dato la possibilità di raccontare, come regista donna, una storia molto al femminile, vista dagli occhi delle donne”.

Martedì prossimo, alle 21.15, la seconda puntata della fiction, su Raiuno.

 

La tassa di sbarco

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di Vincenzo (Enzo) Di Fazio

burocrazia

 

La tassa di sbarco: quanto è difficile, da proprietario non residente, far valere il diritto di non doverla pagare.
A Ponza ho una casa: è quella dove abito fin da quando ero bambino ma sono residente a Formia per aver stabilito in questo comune la mia dimora abituale per motivi di lavoro e familiari. Mi capita ovviamente di venire spesso a Ponza.

Agli inizi di questa estate, quando c’è stato il passaggio dalla Caremar alla Laziomar, alla biglietteria di Formia erano abbastanza comprensivi, nel senso che, in attesa di indicazioni da parte della subentrata società, veniva data importanza alla conoscenza della persona ed a quello che uno diceva.
Successivamente, come era ovvio, è stato stabilito che bisognava dimostrare di essere proprietario.
Ma ancora nessuna disposizione precisa.

Mi sono, così, premunito in occasione di un successivo viaggio, di portare una visura catastale ritenendola documento idoneo a dimostrare la proprietà.
Ma ancor prima di mostrarla, mi è stato detto che andava esibita la ricevuta dell’IMU pagata.

Ho pagato la tassa di sbarco ed ho pensato che, effettivamente, la visura, tranne se fatta nella stessa giornata, poteva non essere attendibile… potevo, infatti, aver venduto nel frattempo la casa.

Ancora un altro viaggio ma fatto in maniera non programmata. Non avevo con me la ricevuta dell’ IMU ma avevo, nel borsello, le bollette pagate della luce e dell’acqua, entrambe a mio nome.
Tento di esibirle alla biglietteria ma niente da fare. Non vanno bene, non sono documenti che provano la proprietà.

Eh, sì, in effetti i contratti di luce, acqua, gas ecc. possono essere anche intestati agli affittuari e a nulla valgono le argomentazioni al riguardo. Quella casa a Ponza potrei averla presa in affitto.

Pago ovviamente anche questa volta la tassa di sbarco ed osservo che la società, per semplificare avrebbe potuto ricorrere all’ autocertificazione, quella che si rende, sotto la propria responsabilità, ai sensi dell’art. 46 del D.P.R. n. 445 del 28 dicembre 2000, geniale provvedimento legislativo nato proprio per snellire le procedure ed eliminare un po’ di burocrazia.
Niente, la mia considerazione cade nel vuoto, non sembra degna né di commenti né di osservazioni.

E’ della scorsa settimana un nuovo viaggio.
Ma questa volta sono attrezzato, ho con me la ricevuta dell’ IMU.
Vado alla biglietteria e baldanzoso chiedo il rilascio di un biglietto da non residente ma proprietario e dico che posso esibire la ricevuta dell’ IMU.
Eh, si, pensavo d’aver risolto ma niente… vengo invitato a leggere un cartello al di là del vetro dove, più o meno, c’è scritto così:
“I non residenti proprietari di abitazioni a Ponza devono dimostrare la propria condizione di proprietari esibendo la certificazione rilasciata dal Comune. Per ottenerla bisogna fare richiesta al Comune corredando la domanda con copia di un valido documento d’identità e copia dell’ultima rata di IMU pagata.”

Non esulto di gioia e, consapevole del tempo che può richiedere il rilascio di una tale certificazione, domando se questa cosa si può fare on-line, visto che di norma vengo a Ponza il venerdì pomeriggio e riparto il lunedì mattina, quindi in orari in cui il Comune non è operativo. Non ottengo risposte… nel senso che alla biglietteria non lo sanno.
Pago ovviamente la mia brava tassa di sbarco e questa volta avendo notato che sul biglietto in corrispondenza della stessa c’è “zero“, faccio presente che l’euro e cinquanta che ho pagato in più non risulta indicato da nessuna parte.
Mi dicono che è nella voce “tasse/diversi”,  dove in corrispondenza della quale trovo scritto € 5,32 (!?)
Strano ma è così.

A casa consulto i siti del Comune e della Laziomar per vedere se da qualche parte trovo notizie che riguardano il rilascio della certificazione in questione, ma, salvo errore, nulla.
Tornato a Formia il lunedì chiamo il Comune e chiedo se hanno previsto di poter rilasciare quella certificazione on-line. Attendo un po’ di tempo e, vivaddio finalmente una buona notizia: la richiesta può essere fatta anche tramite e-mail.

Però… che percorso ad ostacoli quello per ottenere questa benedetta certificazione!
E intanto la stagione per la quale è richiesta sta volgendo a termine.

   ***

La vicenda mi porta spontaneamente a fare un’altra considerazione che riguarda il prezzo pieno che siamo tenuti a pagare noi proprietari non residenti. Sono dell’avviso che chi fa parte di questa categoria, ancor di più chi è nativo di Ponza, meriterebbe ben altro trattamento. Trovo che non sia giusto che queste persone siano considerate alla stregua dei turisti o dei visitatori occasionali. Per essi potrebbe essere previsto un prezzo del biglietto intermedio tra quello dei residenti e quello normale, un giusto riconoscimento nei confronti di coloro che, con il pagamento della tasse e dei tributi locali, contribuiscono al sostegno dell’isola.

E vi è di più. Un miglior trattamento non potrebbe che stimolare una maggiore frequentazione dell’isola attraverso ritorni più ricorrenti da cui trarrebbero sicuramente beneficio economico anche gli esercizi commerciali.

Penso di presentare un’istanza, anche a nome di coloro che si trovano nella medesima situazione, alla società ed al Comune e del riscontro informerò i lettori di Ponzaracconta.

 


Tornano i gigli di S. Candida. Strane storie di piante

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di Sandro Russo
Amaryllis belladonna copia

 

Tra le cose che assicurano una qualche certezza, di questi tempi instabili, sono i cicli della Natura: lo sbocciare di alcuni fiori, in particolare, che scandiscono il nostro tempo.
Così il “giglio di Santa Candida”.

Amaryllis belladonna. Tnt

Ricordiamo il fiore che abbiamo già presentato sul sito (leggi qui).
Ha la caratteristica, il lungo stelo fiorale, di emergere direttamente dal terreno, senza foglie intorno; queste ultime, nastriformi, di color verde scuro, compariranno a fioritura avvenuta, durante l’autunno avanzato e l’inverno, e seccheranno completamente prima della fioritura successiva.

Amaryllis.-Particolare-del-fiore

Amaryllis belladonna. Foglie.

Il fiore – secondo l’uso ponzese di dare ai fiori il nome del santo che ricorre nel periodo della loro fioritura (leggi qui) è Amaryllis belladonna (Fam. Amaryllidaceae). La festività è quella di S. Candida, la santa patrona di Ventotene.

Non è stato facile tra le 9 (nove!) Sante riportate dalla Chiesa cattolica (e da Wikipedia) con questo nome, risalire a quella cui il fiore è stato dedicato: la Santa Candida di Ventotene è proprio l’ultima, da non confondere con “santa Candida la Giovane, vergine e martire a Napoli, il 10 settembre”
La patrona di Ventotene invece è “santa Candida, vergine e martire a Cartagine sotto Massimiano”, e la ricorrenza è quella del 20 settembre.

Santa Candida

Amaryllis-belladonna

Il fiore è delicatamente profumato.
Ricorda qualcosa… il suo profumo. Che cosa?
Qualcosa che si mangia, forse?

Non credo sia stato abbastanza studiata, nella neuro-fisiologia degli odori, la difficoltà di collegamento tra due sensi, il gusto e il l’olfatto, nei termini che provo a spiegare meglio.
Molti anni fa mi fecero assaggiare una marmellata; tipo indovinello: …di cos’è?
Conoscevo quel sapore, ce l’avevo, come si dice, “sulla punta della lingua”, ma non riuscii a dare la risposta in tempo utile. Alla fine mi arresi.
Era una marmellata di petali di rosa!

Marmellata-di petali di rose

Mi ero scontrato con la nota – ma non chiarita, che io sappia – difficoltà di collegare l’odore con il sapore.
In questo caso, conoscere l’odore della rosa, non mi aveva aiutato ad identificare il sapore che mi veniva sottoposto.

Così il profumo del giglio di Santa Candida: cosa ricorda dei sapori che conosciamo?
Lo proponiamo come indovinello ai ns Lettori.

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Haemanthus coccineus.2

Haemanthus coccineus.3

Haemanthus coccineus.4
Ci troviamo a parlare di Ponza, del giglio di Santa Candida (appartenente alla famiglia della Amarillidacee) e mi viene da ricordare un fiore ‘inconsueto’ della stessa famiglia botanica, visto per la prima volta in un orto-giardino ponzese (’u ciardine).

Di provenienza ignota alla stessa proprietaria, ereditato insieme al giardino senza altre notizie relative. I bulbi, nel corso degli anni, si sono moltiplicati tanto da occupare tutto lo spazio a disposizione, così che che l’energica giardiniera li diradava a picconate!

Ad una di queste periodiche ‘exterminazionen’ mi sono casualmente trovato ad assistere e pur senza conoscere il fiore ho dato ‘asilo politico’ a un paio di bulbi nel fertile terreno dei Castelli romani.

Ed ecco la prima fioritura dello scorso anno – le tre foto più in alto – seguita da una ancor più ricca quest’anno sempre nello stesso periodo della cugina di simile origine geografica e stesse caratteristiche: emersione in pochissimo tempo (quasi esplosiva) dello stelo e quindi del fiore, direttamente dai bulbi; a fioritura finita, comparsa delle foglie, che compiono tutto il ciclo e spariscono prima della successiva fioritura, tanto che uno si dimentica della pianta, fino alla …Sorpresa! dell’anno dopo.

H. coccineus. 2014

Haemanthus coccineus. Part. fiore

Haemanthus coccineus.2.2014

Haemanthus coccineus.3.2014

Haemanthus coccineus.4. 2014

Come le due amarillidacee bulbose, entrambe di provenienza sud-africana, si siano ritrovate a Ponza – una assurta agli onori degli altari e l’altra quasi sconosciuta, tuttora senza nome comune o dialettale – sarebbe una bella storia di archeologia botanica che richiede più informazioni per essere ricostruita..!

Giriamo ai solerti Lettori del sito anche questo quesito…

Dimenticavo! Il nome botanico della rossa sudafricana, accertato dopo accurata ricerca sul web, è Haemanthus coccineus.

…Improponibile! Urge trovare un nome vero!

Le donne salveranno Ponza?

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di Alessandro Vitiello (Sandro)
Shore walker.2

 

Forse sì, forse no; sicuramente saranno più protagoniste che mai.

Da sempre le donne di Ponza si sono dimostrate forti e tenaci.
Vivere tutto l’anno sulla nostra isola presuppone una grande forza di volontà.
In passato – e in parte ancora oggi – vivere a Ponza, per le donne, significava condividere la propria esistenza con uomini che spesso passavano tanto tempo lontano da casa imbarcati sulle navi o a pescare lungo le coste del Mediterraneo.
Mentre i mariti erano in mare, le donne zappavano la terra, curavano le viti e allevavano i pochi animali di casa. Oltre a crescere i figli.
Spesso la famiglia era governata dalla figura della donna più anziana che conservava un ruolo di comando anche sulle vite dei figli sposati e delle loro famiglie.
Con il dopoguerra questa condizione è pressochè scomparsa ma non è venuto mai meno il ruolo delle mogli-madri che davano le giuste indicazioni a come la casa andava gestita.

Leandra
C’erano però ruoli ben definiti dentro le nostre famiglie: l’uomo portava a casa i soldi, la donna li custodiva e, casomai, li faceva fruttare.
Da diversi anni questa parte la storia era cambiata. Il turismo aveva  modificato questa regola.
Tante donne hanno avuto la possibilità di lavorare spesso promuovendo in prima persona attività alberghiere e ristoranti di successo.
Oggi tutto si è complicato anche perchè una delle risorse principali dell’isola – la pesca – è diventata poca cosa.
Il turismo stesso è diventato meno remunerativo. Da qui l’impoverimento della nostra comunità.
Non è solo crisi economica: è anche crisi dei ruoli.
Nei maschi c’è spesso un senso di inutilità.
Polina
Dentro questo triste cambiamento ho visto soprattutto le donne reagire.
“Se c’è poco, pigliamoci il poco” – mi è capitato di sentir dire.
Qualsiasi tipo di iniziativa, anche piccola, è diventata un’opportunità.
Dalla custodia invernale delle abitazioni dei turisti all’affittare le case, dalla pulizia di queste al lavoro nei ristoranti, le donne di Ponza non si tirano indietro.
Gli anziani sono diventati di nuovo una risorsa: la pensione di anzianità e casomai quella d’accompagnamento aiutano i bilanci familiari.
Tante piccole voci che contribuiscono a tenere insieme la nostra comunità.
Ci sono ovviamente le iniziative imprenditoriali importanti gestite da donne che continuano con successo a dare lavoro, ma i numeri di questa micro-economia di sussistenza sono davvero importanti.
Lucy Calisi
Inoltre: la stagione del turismo è breve ma è un dato di fatto che i beni di quest’isola vanno custoditi e preparati per le stagioni a venire con un impegno che dura tutto l’inverno.
C’è inoltre un altro aspetto, altrettanto importante, della vita sull’isola che aiuta a tenere insieme le sue mille anime: l’impegno culturale e sociale.
Mi viene da pensare ai due gruppi teatrali che hanno punti di riferimento essenziali nelle donne, il coro della parrocchia di Le Forna che ha raggiunto livelli artistici molto alti e potrei fare tanti altri esempi.
Assunta
Anche questo è molto importante perché da sempre le donne riescono a ricucire e dare speranza a situazioni anche disperate.
Non saranno i grandi proclami a cambiare la qualità della vita sulla nostra isola.
Sarà la quotidiana attenzione ai bisogni di tutti, saranno le risposte concrete alle mille domande sul futuro che tanti si pongono, che faranno la differenza.
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In condivisione con: http://lacasadeisacco.blogspot.it/

Convegno a Ponza. (2). Il paradiso non può attendere

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di Giuseppe Mazzella
Cala Feola

 

Per la prima pare dell’articolo, leggi qui

 

“Un microcosmo fragile che va tutelato, studiato e fatto conoscere”.

Questa la sintesi fatta dal prof. Elio Abatino, presidente dell’IREDA (Istituto di Ricerca  Didattica Ambientale) e Docente di Scienze Naturali Applicate nella Facoltà di Scienze Turistiche, a chiusura della tre giorni di studio e visita alle isole Ponziane.
Nel salone dell’Hotel Ortensia a Le Forna, l’incontro è stato offerto ai professori corsisti, ma anche a quanti conoscono e studiano le isole, facendo il punto sulle varie problematiche che esse presentano.

Proiezione

“Innanzitutto – ha subito sottolineato il prof. Abatino – la varietà geologica delle isole rappresentano un unicum in tutto il Mediterraneo.
Questo già di per sé basterebbe a trasformare la visita in una vacanza indimenticabile.
Le Ponziane, infatti, sono un campionario pressoché completo dei fenomeni vulcanici e non è un caso che già alla fine del Settecento, il pioniere Déodat de Dolomieu restò affascinato da Ponza e Palmarola”.

Il professore Abatino ha poi raccontato i peripli delle isole e le visite a terra, rammaricandosi del poco tempo a disposizione per vedere tutto.
“Ponza, Palmarola e Zannone, ha affermato ancora, costituiscono tre gemme naturali che vanno tutelate,  protette e studiate. Perché solo conoscendole è possibile trasformare la semplice ammirazione in spontanea cura”.

Alla presenza del vicesindaco Giosuè Coppa e del consigliere Silverio De Martino, la serata è continuata con la proiezione di un filmato messo a disposizione da Rossano Di Loreto, in cui è stato possibile ammirare le bellezze dell’Arcipelago in spettacolari riprese aeree.

“Conosco le ‘nostre’ isole sin dagli anni sessanta, quando la frequentavo per completare i miei studi universitari e mi sono affezionato a questa meraviglia. Nonostante la mia età – ha concluso – ho cercato di inerpicarmi sulle sue colline e scendere nelle sue cale assolate per ammirare e studiare ancora una volta così tanta bellezza.
Una bellezza che vogliamo promuovere in tutta Europa e nel mondo in un prossimo convegno”.

“Mi auguro di poter tornare il prossimo anno per un nuovo corso e contribuire alla conoscenza e alla difesa di queste bellezze, anche con l’augurio che possa presto essere realizzato un piccolo museo naturalistico in cui raccogliere le preziose biodiversità presenti”.

Prof. Abatino

Il prof. Abatino ha infine ringraziato l’amministrazione comunale, la disponibilità di Emilio Aprea presidente della Pro Loco, Rossano Di Loreto e la squisita gentilezza di Daniele Vitiello proprietario dell’Hotel Ortensia, consegnando loro delle targhe commemorative.
A fine serata, incontrato nella hall dell’albergo, il professor Abatino in modo sommesso ma accorato ha voluto insistere ancora sulla necessità di “gestire meglio” il flusso turistico, con infrastrutture minime ma necessarie, come un piccolo approdo sul versante occidentale e la creazione di itinerari culturali che possano attrarre una fascia di visitatori più accorti e rispettosi.

Amichevoli pre-campionato del Ponza Calcio

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La Redazione
Allenamento Polisportiva Ponza

Riceviamo in Redazione un comunicato stampa della Polisportiva Ponza e pubblichiamo una sintesi della notizia

 

Il Ponza Calcio scende in campo per due amichevoli di lusso contro la Nazionale degli Agenti Immobiliari e la squadra dell’Università LUISS, che dovrebbero dare a tecnico e dirigenti informazioni sullo livello di preparazione e sullo stato di forma raggiunto dagli atleti in rosa.
Si tratta di una novità assoluta per l’isola lunata, la cui squadra di calcio non aveva mai disputato partite durante il pre-campionato.

Grazie al contributo di Flavio Angeletti e del suo certosino lavoro, è stato possibile ottenere la disponibilità delle due squadre ufficiali, le quali hanno aderito al nuovo progetto educativo e formativo che è alla base della nuova Polisportiva Ponza.

 

Polisportiva Ponza – Nazionale Agenti Immobiliari

Domenica 21 Settembre, ore 15 – Stadio Comunale Calacaparra

 

Polisportiva Ponza – A.S.D. LUISS

Sabato 27 settembre, ore 15 – Stadio Comunale Calacaparra

Domenica 21 settembre alle ore 10,30 il vero e proprio esordio contro la Nazionale Calcio Agenti Immobiliari presso il rimodernato stadio comunale a Calacaparra a Le Forna.
La Nazionale Agenti Immobiliare è un test probante per l’undici di mister De Santis in quanto schiera anche giocatori di categoria Lega serie A e B.

Nel secondo match amichevole, che si svolgerà sabato 27 settembre alle ore 15 sempre allo stadio comunale di Calacaparra a le Forna, la Polisportiva Dilettantistica Ponza affronterà l’A.S.D. LUISS, la squadra ufficiale della famosa università romana, che insieme ai propri dirigenti e organi direttivi è contentissima di approdare a Ponza.

Intanto prosegue l’intenso programma di preparazione atletica che si è svolto in maniera itinerante, sotto la guida del coach Domenico De Santis, andando a toccare tutti gli angoli dell’isola, destando non poco stupore tra turisti e residenti.

Poster amichevole. Reduc. size.JPG

Immagine di copertina – Una sessione di allenamento della Polisportiva Ponza

Un’altra fiction. (1)

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di Rita Bosso
Un'altra vita

 

- L’hai vista? Che te ne pare? – chiedo in giro, e premetto che non sono ammesse critiche alla sceneggiatura: mai parlar male degli assenti.

Scrive in proposito Aldo Grasso, critico televisivo del Corriere della Sera:
La fiction italiana credo che non abbia ancora scoperto quella parte che si chiama sceneggiatura: non si fanno delle sceneggiature nella fiction italiana, si fanno cronologie… si racconta la vita della persona e dalla sua biografia si ricavano battute, si cuce insieme la sua biografia. Questa non è sceneggiatura. Questo credo sia il punto più delicato: quando la fiction italiana scoprirà il valore della sceneggiatura allora forse le nostre fiction saranno apprezzate anche all’estero”.

- Silve’, hai visto la prima puntata della fiction, giovedì sera?
- La sera? Io vado a letto alle sette e mezzo, dopo una giornata passata qua, alla biglietteria per Frontone…

Tra i sei milioni e rotti di telespettatori della fiction non figurano Luigino e Gigino (con una gi, nessun legame con Sang’ ’i Retunno); Luigino, per prassi, non assiste agli spettacoli della concorrenza:
- Ecché so’ scemo? Ho una mia televisione, mica vedo i programmi degli altri! E poi, quelli della rai sono gelosi di me perché trasmettono solo dieci minuti della processione di san Silverio, dopo una settimana. Io, invece, mando in onda tre ore e mezzo di filmato quasi in diretta.

Passo oltre.
- Giua’, che te ne pare?
- La fiction valorizza le bellezze della nostra isola e su questo non ci piove. La trama è esile, resa accettabile dalla bravura degli attori protagonisti e non, Loretta Goggi e Natalia Estrada in testa.

- Natalia Estrada, Giuà?
-
 Sissì, è la protagonista, spagnola – conferma.
- E la Goggi ha detto appena due battute!
- Appunto! –interviene Gigino con una gi.

- E’ il solito polpettone da prima serata stile rai uno – dice Enzo - recitato male con attori inespressivi, battute scontate, ma soprattutto luoghi comuni triti e ritriti: gli indigeni diffidenti, cafoni e, per istinto, inferiori: sarò maniacale, ma proprio non sopporto che si dia il ‘lei’ alla “dottoressa milanese” che invece da del ‘tu’ a quei “simpatici” zuzzurelloni locali. Il tutto ovviamente con marcato accento partenopeo perché, è risaputo, gli italiani parlano benissimo il volgare dantesco, tranne quelli all’ombra del Vesuvio: jamm’ bell’,  ja!
- Che volevi, il documentario?
– sbotta Gigino – Stai su rai1 in prima serata, dopo i pacchi e prima di  Porta a Porta… Se non ti sta bene, aziona il telecomando!

Tento la mediazione: – Enzo, per favore, un giudizio sugli attori.
- Il miglior attore protagonista, l’unico che non recita da cani è il mio Pluto, che non ha perso occasione per occupare la scena – Enzo gongola orgoglioso.

Luisa, cosa ne pensi?
-
 Attori abbastanza bravi (almeno nella norma delle fiction, per chi non ci fosse abituato) a parte una Vanessa Incontrada per ora con una sola espressione: quella da cocker rimproverato, ma speriamo che il bell’Antonio riesca a farla sorridere
Errato: secondo Aldo Grasso (il critico di prima), Vanessa esibisce ben due espressioni; invito Luisa a seguire con maggiore attenzione le prossime puntate e a comunicarci data e luogo del rinvenimento (della seconda espressione).
A me Vanessa piaceva tantissimo sia come spalla di Bisio che negli spot con Panariello, ma adesso mi è sembrata un po’ legnosa: da tener presente per la  seconda edizione de Lo Stracquo, l’arte che viene dal mare.

Effettivamente gli stereotipi si sprecano, frutto di riflessi condizionati elementari, pavloviani, equamente distribuiti:
- per genere (maschio = sfaticato, femmina = pettegola),
- per professione (medico = incompetente, insegnante = nullafacente),
- per geografia (meridionale = cafone, milanese = puzza sotto al naso).

Gigino con una gi, pur non avendo visto la puntata, mi spiega che sono funzionali alla narrazione, secondo lo schema del film “Benvenuti al Sud”: lo scontro etnico iniziale evolve in scoperta/rivalutazione/rinascita.
- Ma “Benvenuti al Sud” è un film del 2010, copiato da un film francese di un paio d’anni prima – protesto.
- Embè, cosa pretendi da rai1? Le innovazioni? - risponde Gigino con una gi.

Chest’è, direbbe Giggino con due gi.

- Stereotipi? Cosa dovrei dire io, allora? Hai visto come vengono descritte le figlie della protagonista, milanesi? -  rilancia il Sindaco.
- Tre simpaticissime ragazze – lo rincuora Giovanni.

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[Un'altra fiction (1) - Continua]

Le ultime sulla raccolta dei rifiuti a Ponza

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a cura della Redazione
Il problema dei rifiuti

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Come sappiamo, il 18 marzo scorso è scaduto il contratto con la De Vizia per il servizio di raccolta dei Rifiuti Solidi Urbani.

Con insolito ritardo, solo pochi giorni prima, il 12.03.14, il Comune con la Determina Dirigenziale n. 122 ha conferito l’incarico per la redazione del Capitolato d’Appalto per l’espletamento della gara necessaria per il nuovo contratto.
La bozza del Capitolato è stata pochi giorni dopo approvata con la Delibera di Giunta n. 32 e nella stessa delibera si autorizzava anche la De Vizia a proseguire il servizio.
La bozza, perché il successivo e definitivo atto è solo di alcuni giorni fa, quando con Deliberazione di Giunta n. 128 del 03.09.14 è stato definito appunto il ‘Capitolato Speciale d’Appalto per la gestione dei rifiuti urbani’ (Vedi allegato .pdf  in note).

Nello stessa seduta di Giunta, con la Delibera 127, è stato anche deliberato di procedere all’affidamento del servizio di igiene urbana mediante procedura aperta con il criterio più vantaggioso, il relativo progetto prevede un costo complessivo per 7 anni di 7.163.917,63 euro.

- Una prima domanda ‘sorge spontanea’, come direbbe qualcuno: perché tanto tempo tra la stesura della bozza e la versione finale, che tra l’altro sono quasi sovrapponibili?

- Ed ancora una seconda:  perché si è dovuti giungere alla scadenza del contratto, prima di iniziare l’iter per la nuova gara d’appalto e non è stato fatto con debito anticipo?

Oltretutto, si consideri la particolare situazione che si è venuta a creare a Ponza, con un contenzioso con la De Vizia che non favorisce di certo la serenità dei lavoratori del settore e cittadini, per non citare i costi sostenti per far fronte ai ricorsi della stessa.

Da marzo ad oggi, è un continuo rimbalzare di ricorsi e contro-ricorsi tra la De Vizia e l’Amministrazione Comunale: da un lato la De Vizia contesta al Comune il ritardo con cui è stata attivata la procedura per il nuovo appalto; dall’altro il Comune, che le ha imposto la prosecuzione dell’attività, pur ribadendo il pagamento al 50% dell’importo contrattuale per inadempienze nello svolgimento del servizio, così come aveva previsto il Commissario Prefettizio a suo tempo.
Inadempienze oggetto anche di indagine della magistratura, principalmente per immondizia mai smaltita e ‘differenziata’ al di sotto di quel 5 % minimo previsto.

In questi mesi il Comune ha avuto buon gioco nell’ordinare (l’ultima con la n. 74 del 07.07.14) alla De Vizia la continuità del servizio, poiché l’attività di raccolta dei Rifiuti Solidi Urbani è un servizio preminente ai fini della salute pubblica, infatti il TAR ha sempre confermato le Ordinanze Sindacali a fronte dei ricorsi avanzati dalla De Vizia, salvo conguagli economici da dover poi corrispondere.

Lunedì 15 settembre è scaduta l’ultima proroga confermata dal TAR il 17 luglio scorso e nei giorni immediatamente precedenti a questa scadenza,  con l’Ordinanza 117  il Comune ha dato incarico alla Soc. GEA con sede all’Aquila di espletare provvisoriamente il servizio di igiene urbana a partire da giorno 17 corrente mese e fino al 15 marzo prossimo (salvo proroga); questo nelle more della conclusione dell’iter per la prossima gara d’appalto europea.

 

Fin qui i fatti. Se poi si va a dare uno sguardo al nuovo capitolato approvato, si trova che l’accento è posto sulla raccolta differenziata, così come viene richiesto dalle leggi nazionali e che la De Vizia non ha rispettato neppure per le quote minime previste.
La necessità di attivare una buona raccolta differenziata è ormai un fattore condiviso ed imprescindibile; il punto debole resta però ancora una volta la mancanza di un Centro Raccolta o ‘Piattaforma Ecologica’.

Cos’è il Centro Raccolta (C.R)?
E’ il sito in cui vanno conferiti i rifiuti divisi per tipologia. In tale sito, videosorvegliato e custodito, vanno raccolti i rifiuti differenziati per un primo stoccaggio in appositi contenitori. Vi deve essere presente personale qualificato in grado di dare tutte le corrette informazioni a chi conferisce i rifiuti.

Ora, in mancanza di un C.R., come potrà l’impresa che vincerà l’appalto prossimo venturo, riuscire a svolgere la differenziata con l’incremento percentuale auspicato nel bando stesso, nonché dalle normative vigenti?

Non rischiamo cioè di riprodurre un film già visto, e cioè la replica di quel circolo vizioso in cui le colpe degli uni si sommano alle mancanze degli altri, e ritrovarci tra uno-due anni al punto di partenza, con l’Azienda (qualunque essa sia) ed il Comune che si rimpallano a vicenda le responsabilità di un mancato servizio?

Questa eventualità, purtroppo appare abbastanza probabile, considerato che l’Amministrazione sembra stia ancora cercando un’area da espropriare – andando così a martoriare ulteriormente un territorio delicato come quello isolano; perché invece non intervenire per tentare di rendere utilizzabile l’area dell’ex inceneritore?

Se a questo aggiungiamo che il servizio di ‘porta a porta’ previsto nel capitolato (e di cui, ripetiamo il Centro Raccolta è strumento indispensabile) è un servizio che prevede una ‘partecipazione informata’ molto elevata da parte dei cittadini – quindi con tempi non brevissimi, in più, nel nostro caso, con l’aggravante di una viabilità del tutto particolare – arriviamo alla triste conclusione di dover temere tempi di gran lunga più dilatati rispetto a quelli previsti.
…E ancora non sappiamo come andrà a finire il contenzioso con la De Vizia sul pagamento al 50% del valore stabilito nel contratto firmato nel 2009.

 

Deliber. n° 128 in file .pdfDeliberazione G.M. N.128. Affidam serv. gest. rifiuti urb.

Un’altra fiction. (2)

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di Rita Bosso
Foto scena.2.Palmarola

 

- Allora l’hai vista, la prima puntata di Un’altra vita? Che te ne pare? – continuo a chiedere in giro.
Giuann’, come al solito, formula un giudizio ampio e articolato: – Io farei anche un paragone con un’altra fiction, Capri, dove attori molto bravi e brillanti hanno reso assai avvincente la trama, di per sé più consistente. Ma il paesaggio di Capri di fronte a quello di Ponza, così ben descritto dalla regista, sfigura e parecchio. Lì non c’era lo stereotipo dell’isolano diffidente e curiosone, ma appariva maggiormente il tessuto sociale degli abitanti di quell’isola, cosa che forse noteremo nelle prossime puntate.

- Il paragone con Capri non esiste – dice Luisa - lì hanno girato tutto altrove, e ogni tanto inserivano un’immagine stereotipata dell’isola, tipo spot pubblicitario.

Isa Danieli in CAPRI

Isa Danieli in ‘Capri’

- Ponza non tiene ciorta – si lamenta Margherita - Procida è stata location de Il Postino, visto in tutto il mondo anche perché ha vinto un Oscar. A Ventotene è stato girato un film bellissimo, Sul Mare, tratto da un libro ancora più bello, che raccontava una vicenda credibile in un contesto reale.

Il Postino, girato nel 1994 a Salina e a Procida

Il Postino, girato nel 1994 a Salina e a Procida

- Bellissimo, d’accordo, ma quanti lo hanno visto? – interviene Gigino.
- E la fiction in Tv, quanti la vedono? I numeri ci dicono solo quanta gente tiene il televisore acceso e sintonizzato su rai1 – ribatte Margherita.

Sul mare, girato a Ventotene nel 2009

Sul mare, girato a Ventotene nel 2009

Sul mare, regia di Alessandro D'Alatri

Sul mare, regia di Alessandro D’Alatri

-  L’ho vista, l’ho vista – conferma Giovanna – nel frattempo preparavo i calamari ripieni per l’indomani, i miei nipoti ne vanno pazzi.
- Qual è il giudizio della tua famiglia? – chiedo.
- Dipende. Io dico “ottimo”, mio marito “insipido”.
- E i bambini?
- I bambini si sono allegriati: hanno fatto il bis sia della pasta che delle fette di calamaro-.

Disagio e preoccupazione ha suscitato la dichiarazione della regista Cinzia Th Torrini: “E’ stata un’esperienza unica come regista avere Ponza tutta per noi. Un centinaio di persone, tra troupe e attori, sbarcati con camion e attrezzature in pieno inverno, tre ristoranti e un albergo aperti apposta per noi. Dove sono gli abitanti? Come facciamo con le comparse? Sembrava di essere noi stessi dentro la trama del nostro film. Da dietro le finestre ci guardavano con sospetto. Sembrava che si chiedessero: che ci fanno qui? Hanno sbagliato stagione
…Poi siamo riusciti a farli uscire dalle loro case. Li abbiamo convinti a far parte del film. A loro è piaciuto e alla fine ci hanno ringraziato per aver “svegliato” l’isola, accorciando il lungo periodo di attesa per la buona stagione, quando finalmente tutto si anima e si apre
”.

Cinzia th Torrini e Vanessa Incontrada sul set di Un'altra vita

Cinzia th Torrini e Vanessa Incontrada nei luoghi di Un’altra vita

Dietro le finestre… Janare? Munacielli? Ladri? La cugina con cui si è in causa, che si è installata in casa e prima o poi farà valere l’usu capione? Il vino del Fieno?
Nulla di tutto questo: è risaputo che le osservazioni dalla finestra, da che Ponza è Ponza, da Galilei in poi, vengono fatte con l’ausilio del binocolo, che la registra non menziona; anzi attribuisce espressioni sospettose e interrogative che mai avrebbe potuto cogliere su visi semicoperti dagli strumenti ottici.

Sto maturando la convinzione che la fiction, più che un genere televisivo, sia uno stato dell’anima, una tela su cui ognuno proietta ciò che vuole: nel caso di Giuann’ prendono corpo Loretta Goggi dei tempi de La Freccia Nera  o il conturbante flamenco di Natalia Estrada; l’immaginario della th Torrini proietta invece lugubri donne ammantate di nero, mute, ostili, che escono di casa solo per andare in chiesa; cariatidi che dopo tre giorni – dallo sbarco della troupe – resuscitarono.

Foto di scena.6. Laziomar

Consenso unanime sull’uso dei droni: le riprese aeree sono semplicemente spettacolari. Vincenzo se li è  visti roteare sulla testa mentre stava zappando e gli è preso un colpo: aveva apparato pure cocche trappulella e il pensiero è andato immediatamente a un controllo della forestale…

I colori sono “troppo saturi; in alcune riprese sono irreali, quasi ‘nquacchiuse. Evidentemente hanno utilizzato dei filtri” – secondo Enzo Di Fazio, appassionato di fotografia.
- E’ giusta questa osservazione sui colori ma potrebbe essere positiva – dice Sandro Vitiello, altro bravo fotografo dilettante – e  le riprese con i droni sono eccezionali.
Silverio Mazzella del Brigantino è entusiasta; secondo Luigi Di Meglio i filtri ci sono, oramai sono inevitabili, li usa anche chi fotografa col cellulare o fa il filmino amatoriale.
Maurizio Musella, che ha accompagnato diverse troupe televisive in giro per l’isola, assicura che non c’è trucco e non c’è inganno, i colori sono quelli delle giornate primaverili, in cui il maestrale spazza ogni traccia di foschia.

Foto di scena.5

 

Un-altra-vita. Backstage


Il finissage de “Lo Stracquo”, l’arte che viene dal mare

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la Redazione

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Reportage per immagini dal finissage de “Lo Stracquo”, di domenica 14 settembre.
La Mostra ha aperto i battenti il 1 agosto ed ha avuto oltre 3000 visitatori
Nel corso della manifestazione il Sindaco ha dato un annuncio importante: lo Stracquo diventa esposizione permanente.

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Il Sindaco dà l’annuncio. Da sinistra: Antonio Lieto presidente dell’ass. Novecento, Lina Tufano storica dell’arte, Marcello Carlino ordinario presso La Sapienza, il sindaco Vigorelli, Monia Sciarra e Franco Schiano dell’ass. Calafelci

Artiste e non. Da sin: Myriam Cappelletti, Marta Bilbao, Publia Cruciani, Rita Bosso, Maddalena Barletta, Antonella Boscarini

Artiste e non. Da sin: Myriam Cappelletti, Marta Bilbao, Publia Cruciani, Rita Bosso, Maddalena Barletta, Antonella Boscarini

L'artista Kika Bohr (di spalle) con Lina Tufano e Rita Bosso

L’artista Kika Bohr (di spalle) con Lina Tufano e Rita Bosso

Optimist, l'installazione di Kika Bohr

Optimist, l’installazione di Kika Bohr

Marta Bilbao davanti alla sua opera

Marta Bilbao davanti alla sua opera

Laura Cristin inizia la sua performance. In primo piano l'opera di Murat Onol

Laura Cristin inizia la sua performance. In primo piano l’opera di Murat Onol

Laura Cristin

Laura Cristin

Laura Cristin

Laura Cristin

l'intervento di Marcello Carlino, ordinario di Letteratura presso La Sapienza, . In primo piano l'opera di Gianpiero Fantigrossi

L’intervento di Marcello Carlino, ordinario di Letteratura presso La Sapienza. In primo piano l’opera di Gianpiero Fantigrossi

L'opera di Marta Bilbao, simbolo della mostra

L’opera di Marta Bilbao, simbolo della mostra

 I sassi di Palmarola di Ornella Vitiello

I sassi di Palmarola di Ornella Vitiello

Le opere di Antonella Boscarini

Le opere di Antonella Boscarini

san Silverio di Publia Cruciani

San Silverio di Publia Cruciani

Popolo o società?

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di Francesco De LucaEducazione civica

 

Non appaia intellettualistica la domanda del titolo. Spero di dare risposte non futili!

Di solito  popolo, comunità, società, popolazione, sono concetti utilizzati come sinonimi, ossia parole dal significato identico. Ma poi, quando si tocca con mano la differenza che c’è fra l’espressione sociale del Fornese, differente dal ponzese del Porto, fra l’espressione del professore che vive stabilmente a Ponza da Sang’  ’i rutunne, mi viene da riflettere sulle componenti strutturali della società ponzese.

La presenza e la funzione di questo Sito (che qui ringrazio) rendono possibile l’esternazione di queste riflessioni.
Perché una cosa è essere popolo e una cosa è essere società. La distinzione dei due concetti è soltanto mia ed è funzionale a quanto voglio evidenziare.

La società  è l’insieme dei cittadini disciplinati da norme che concernano lo stare insieme. E’ la legge comune  a costituire una società. Per cui l’algerino trasferitosi a Ponza e lavorante in un’impresa edile, i cui figli frequentano la scuola dell’isola, fa parte in tutto e per tutto della società ponzese. Così come il ponzese, residente che sverna a Formia, può vantarsi della stessa appartenenza.

Si è facenti parte della società ponzese per il fatto che l’insieme dei diritti e dei doveri del singolo siano espressi all’interno di un consesso sociale e di una realtà geografica.

Sottolineo questo per estromettere volutamente dal concetto di società l’aspetto culturale, sentimentale, romantico dell’appartenenza. Si fa parte della società cittadina di Ponza anche se non se ne parla il dialetto, non se ne conoscono le usanze, non se ne approvano i culti.

Tutto questo bagaglio culturale è insito nel concetto di popolo. Il popolo va oltre la struttura legale dell’appartenenza, la supera. La ingloba talvolta ma può anche farne a meno. Tant’è che il popolo dei devoti a san Silverio, ad esempio, supera i confini geografici.

Alla luce di quanto detto è chiaro che nel complesso mondo relazionale socio-economico-culturale intrecciato nella realtà isolana la società non si identifichi col popolo di Ponza..

L’affermazione può disorientare ma prenderne coscienza è un atto dovuto. Inutile è meravigliarsi che le forze più robuste economicamente non siano sintonizzate sui fini che il popolo vorrebbe prioritari. Per dirla con un esempio: i pontilisti sono una categoria della società che persegue esclusivamente il vantaggio economico. Del resto non si cura. Allo stesso modo chi difende, che so, gli interessi della parrocchia, può non privilegiare lo spirito del popolo. Così come è grande la diversa percezione che si ha della chiusura di Chiaia di Luna fra l’amministratore e il ponzese.

Secondo questa visione ogni interesse (professionale, economico, politico) trova la sua giustificazione e, insieme, il suo punto di scollamento con le altre forze  presenti nella società.

E allora? Allora il prioritario intendimento di chi opera e vuole operare nella società cittadina dovrebbe essere quello di uniformarsi con la volontà popolare, altrimenti si avvera che le iniziative religiose vadano ad imporsi sui desideri del popolo, che le ‘Determine’ comunali siano espressioni inaccettabili, che le iniziative degli operatori economici vengano giudicate affaristiche.

Ma allora: è lo spirito popolare che deve primeggiare su tutto?
NO, assolutamente. Lo spirito popolare (sostanziato di cultura, di tradizione, ma anche di ignoranza, di pregiudizio) deve trovare ricetto e amalgama nelle decisioni sociali (affinché esse non siano snaturanti).

Ponza sta vivendo, a mio vedere, un momento di  novità politica. Novità: perché la genesi dei provvedimenti sociali non si radica nelle famiglie, negli amici, nelle famiglie degli amici; perché il perseguimento degli obiettivi si direbbe  disincarnato dagli isolani.
Una autentica novità rispetto alle municipalità precedenti. La società che si  intende amministrare deve adeguarsi a regole nuove e diverse. Cosa questa legittima e salutare, a parere mio. Ma… manca lo spirito del popolo.

Quello che in modo disordinato, affastellato, incongruente c’è negli isolani, stenta a trovare voce propria ma c’è, quello spirito non è ascoltato, non cercato, rigettato.

Dal punto di vista da cui mi sono posto mi appare chiara la divisione (non ancora contrapposizione) fra una società che si tenta di strutturare secondo regole di civiltà, e un popolo che non si sente ascoltato e si dimena perché le regole non le tollera.

E’ questa una delle ragioni per cui è difficile dare evidenza alla stessa novità politica. L’Amministrazione non riesce a dar valore allo spirito del popolo e i Ponzesi non vedono il beneficio di sottostare a regole di civiltà.

La chiusa di questo articolo sarebbe auspicare l’incontro fra la società cittadina con lo spirito del popolo ma cadrei in una retorica banale. Io sono convinto che l’incontro è possibile ma sarà così?

Un’altra fiction. (3). La guerra delle location

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di Rita Bosso

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Nei giorni scorsi è circolata la notizia che Montalbano stia per trasferirsi ad Otranto; il commissario, devotissimo alle sarde a beccafico, si convertirebbe dunque alle orecchiette. Poco male: Vigata, la cittadina in cui Camilleri ambienta le indagini, è inventata, anche se è indiscutibilmente sicula.
Ragusa è però insorta all’annuncio ed ha dato la disponibilità a sostenere economicamente la produzione con una quota della tassa di soggiorno.
Ma procediamo con ordine.
Le regioni, cui compete la promozione turistica e culturale del territorio, hanno costituito le Fund Commission, enti no profit che, gratuitamente, erogano servizi alle produzioni audiovisive: le assistono nella ricerca della location, curano i rapporti con gli enti, collaborano all’organizzazione logistica, forniscono data bank di professionisti e servizi; soprattutto, erogano fondi.
Particolarmente generosa è l’Apulia Film Commission, che dispone di un fondo di due milioni e mezzo (il dato è relativo al 2013), con cui ha finanziato 56 progetti; l’investimento ha fruttato ricavi per dieci milioni e mezzo. Sono stati girati in Puglia, per esempio, molti dei film di Ozpetek e la fiction ’Braccialetti Rossi’.
La presenza di una produzione ha una ricaduta economica diretta ed immediata sul territorio: alloggio e vitto dei cineasti, affitto aree, compensi alle comparse e a professionisti; ma il prodotto audiovisivo è in primo luogo un formidabile veicolo promozionale.
Tornando a Montalbano: le agenzie propongono  visite guidate ai luoghi in cui sono state effettuate le riprese, con sosta obbligatoria alla casetta sulla spiaggia di Marinella, giretto nella piazza di Ragusa (Vigata  nel telefilm),  passeggiata davanti alla questura e al commissariato; il pranzo non può che essere alla trattoria in cui mangia il commissario, magari allo stesso tavolo; giacché si è in zona, ci si allunga fino a Noto, fino a Modica… I ragusani non intendono rinunciare a questo flusso turistico; i pugliesi, per accaparrarselo, hanno messo sul piatto (pare) ottocentomila euro.

Per ospitare il set di ‘Un’altra Vita’ alle Tremiti, l’Apulia Film Commission aveva offerto una cifra ingente; per contro, i fondi della regione Lazio sono bloccati.
Il sindaco Vigorelli, che ha tenuto i contatti con la casa di produzione Endemol, snocciola un po’ di cifre: tre ristoranti e un albergo aperti, poco meno di un milione di euro spesi sull’isola, ottanta euro al giorno a ciascuna comparsa, sei prime serate su rai uno durante le quali l’isola viene mostrata in tutta la sua bellezza, privilegiando anzi la zona meno nota.

Gli ottimi risultati d’ascolto rendono molto probabile la realizzazione della seconda serie.

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[Un'altra fiction. (3). Continua]

L’approdo a Cala Feola. Il giudizio negativo del TAR

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La RedazionePanorama costa Ovest. Cala Feola. Piscine naturali Cala dell'acqua

 

La sentenza che boccia la possibilità di realizzare un pontile a Cala Feola, delude le aspettative di quanti ne hanno fatto richiesta, ma non risolve il problema, anzi sottolinea la necessità sempre più impellente di poter disporre di un approdo alternativo a quello del Porto borbonico, sulla costa ovest dell’isola.

Per l’articolo di Clemente Pistilli su www.h24notizie.com dal titolo: Ponza, “Nessun pontile a Cala Feola”. Il Tar rigetta il ricorso sulla mancata concessione di un punto ormeggio, leggi qui

Cala Feola. Spiaggetta copia

 

E venne il giorno della ‘nostra’ fiction

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di Luisa Guarino
Un'altra vita

 

Non intendo proporre una ripetizione degli scritti della nostra brava Rita Bosso, che è arrivata alla terza puntata di “Un’altra fiction” [per visionare gli articoli, digitare - Un'altra fiction - nel riquadro CERCA NEL SITO].
Voglio semplicemente soffermarmi sulla seconda puntata di “Un’altra vita” che ha visto scendere in campo gli attori di casa nostra, le cui foto peraltro abbiamo già avuto modo di vedere appunto inserite nello scritto più recente di Rita. Ma io, che li conosco quasi tutti, anche se certamente ne dimenticherò qualcuno, vorrei proprio citarli con nome e cognome.
Ma andiamo… in ordine di apparizione, proprio come si fa a teatro. Perché è appunto al teatro che è legata la maggior parte di essi.
A cominciare dal sorridente e sfizioso Beniamino Mazzella, che è l’ignaro ‘trasportatore’ dei giornali (che non vedremo mai nell’edicola di Ricciolino) che faranno arrivare a Ponza le notizie scandalo della vicenda che riguarda la dottoressa Emma e il marito.
C’è poi il pettegolezzo delle ‘comari’ con il gossip che si diffonde e viene commentato. Qui primeggia Assunta Scarpati, attorniata tra le altre da Lina Raso e Chiara Verginelli. Mentre alla reception dell’hotel che ‘non è’‘Gennarino a mare’ c’è il prode Ugo Vitiello. E fin qui abbiamo nominato la gran parte della compagnia ’A Priezza (rinnovo le mie scuse per eventuali dimenticanze).

In un ruolo breve ma fortemente caratterizzato c’è infine, si fa per dire, Francesco Maria (Checco) Cordella, unico attore professionista, che interpreta il marito di Pia, proprietaria del ristorante in cui Emma e famiglia cenano, e dove addirittura la maggiore delle figlie, Giulia, cercherà e troverà un’occupazione. Cordella è Franco, che litiga a più non posso con la moglie, finché non si libera del grembiule (’u mantesine) e dopo averlo buttato per terra si allontana dal locale.
A proposito, l’attrice che interpreta Pia è un volto televisivo molto conosciuto, anche se il nome non lo ricordo, che ha partecipato a un’infinità di fiction e film per la tv. Idem dicasi per Mary, nella finzione televisiva moglie del dottor Silverio Vitiello e proprietaria di una boutique sulla banchina.
Agli appassionati di fiction ‘legate al mare’ ricordo che nella serie di grande successo “Capri” era una cara amica della protagonista, Vittoria, interpretata da Gabriella Pession: aveva un’agenzia di viaggi, era molto vivace, combinava tanti ‘impicci’ e sposava un carabiniere di colore da cui aveva poi un figlio.
Confesso: ho seguito “Capri”, ma non per quel poco di mare e faraglioni che si vedevano, bensì per la trama e il fascino di alcuni interpreti (Pession, Kaspar Capparoni, Sergio Assisi) e la bravura di altri (Isa Danieli, Carlo Croccolo).

Nel caso di “Un’altra vita”, sarò di parte, la vera protagonista è Ponza. E ora abbiamo visto all’opera anche i nostri attori.

Appuntamento alla terza puntata: mi raccomando, martedì 23 settembre.

Fiction Ponza.1

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