Quantcast
Channel: Archivio Archivi - Ponza Racconta
Viewing all 10373 articles
Browse latest View live

Il cambiamento

$
0
0

di Sang’ ’i retunne
Venerdì pesce copia

 

Giggino – Vuagliò, he viste..? Ce vuleva ’nu frastiere p’a ssistemà ’i ccose cca!?
Sang’ ’i retunne – E che bbuò fa’, nuie simme state sempe amanti di chi sbarca. Ma secondo te… cca è cagnato veramente coc’cosa?

Gg – Basta guardarse attuorne.
Sr – Giggi’, so’ anni che me ’uard’attuorne e me song’ avvelute.

Gg – Eeeh! …si’ semp’u solito depresso! Chill’u fatto è che simme stat’ abituate tropp’bbuone a fa’ i cazz’ nuost’.
Sr – Tu dici che teneveme troppe spiagge, tropp’ turisti e tropo’ attività funzionanti?

Gg – E ciertamente! Nunn’o sai che ’u tropp’ fa male? Se more affugate ’nd’ abbundanza e se caccian’ i vizzi.
Sr – A sì? Non ci avevo pensato. Quindi una vera e proprio dieta sociale, tipo cura dimagrante.

Gg – Essì..! con aggiunta di purga. I cess’ a chell’ so’ servuti. E ’a gente, come al solito, nun a’ccapisce. Tiene ragione tu: simm’ tropp’ ’gnurant’.
Sr – Effettivamente il tuo punto di vista può avere un fondamento. Ma come la metti con il fatto che qua molti sono rimasti senza lavoro e stanno andando via?

Gg – E che cambiament’ fosse si restasse ’a stessa gente? C’è chi va e c’è chi viene. Basta che chi vene tene ’i sord e s’accatta tutt’ cos’, e tutto va bene.
Sr – Mah, sarà… ma io ’sta cosa nun’a vec’ tropp’ bbona. E poi, oltre alla gente, cosa sta cambiando?

Gg – Niente. Nun è cagnato niente e nun’adda cagna’ niente! Nun po’ cagna’ niente: ’u presepie è bell’, song’i pasture che s’anna cagna’.
Sr – Quindi un cambiamento fondato solo su un grande passaggio di proprietà? E tu come fai a stare così tranquillo? Nun tiene appaura che cacciano pure a te?

Gg – Se se, e che so’ fesso io? Nun tengo fatica, nun faccio politica, non voto, nun m’appiccec’ cu’ nisciuno, parlo sule a’rete ‘i spalle, me faccio ‘i cazz’  miei… Io, praticamente, non esisto. Come fanno a caccia’ chi nun ce sta?
Sr -  Azz! Sei un abitante evanescente, un fantasma sociale!

Gg – Vuagliò, ccà già simme paricchie accussì. Sient’a mme, conviene: magne, bive e futte senza responsabilità: ’na meraviglia!
Sr – Ma nun me pare ’na cosa iusta, da padroni diventare servi non va bene, è un cambiamento insopportabile.

Gg – Ma quali servi e quali padroni? Nunn’è capito che accà simme a’rridotti che proprio chi è nisciune è addeventato qualcuno?

 

Cambia.mente

 


La Posta di Ponza

$
0
0

di Rosanna Conte

Cassetta delle lettere

 

La distribuzione della posta, a Ponza, ha del particolare.
La settimana scorsa, ad una signora anziana è arrivato, finalmente, il calendario del… 2013!
Ce n’è voluto di tempo, ma è stato consegnato.
Un calendario dell’anno precedente non serve più, ma è meglio di quanto è successo alla signora Civita che non ha mai ricevuto le foto del nipotino appena nato. E sono passati due anni!

L’amarezza suscitata da questi casi diventa angoscia se a ritardare di tanto o a perdersi del tutto è una raccomandata, un’assicurata o addirittura bollette con scadenza.
Eppure,  sono proprio queste ad essere soggette a forti ritardi nella consegna, a volte di 1 o 2 mesi.
E bisogna aggiungere – giusto per completare lo stato d’animo del ponzese -  che, se vuole protestare, deve recarsi a Formia perché l’ufficio postale locale non ha nessuna competenza in materia.

Per quei lettori che non vivono sull’isola, è forse il caso di illustrare brevemente come funziona il servizio postale sulla nostra isola.

Il problema ha diverse sfaccettature, dalla riorganizzazione del servizio distribuzione posta, che prevede lo sganciamento dal tradizionale ufficio postale, alla diminuzione di postini in servizio, all’incremento di postini precari.

Partiamo dal fatto che i postini non hanno più una relazione diretta con gli sportelli postali del paese in cui lavorano dove una volta, quotidianamente prelevavano e depositavano la posta in arrivo e in partenza.
Oggi devono recarsi quotidianamente al CPD (Centro Postale Distrettuale) che, per quanto riguarda Ponza, si trova a Formia (!) in via De Gasperi.

Questa nuova organizzazione del servizio – che presumo debba essere stata pensata per risparmiare e non per migliorare l’efficienza – ha trascurato od omesso la possibilità che ci potessero essere diversità delle situazioni logistiche e tanto meno geografiche.

Le isole di Ponza e Ventotene – imponendosi con la loro oggettiva anomalia di un collegamento marittimo regolato da tempi molto più dilatati di quelli della terraferma, per cui se il postino va al CPD non distribuisce la posta – hanno ottenuto l’eccezione: la posta dal CPD viene quotidianamente portata ai traghetti e, ai moli delle isole, vanno a ritirarla i postini incaricati anche della consegna di quella in partenza.

Ovviamente la posta non smistata, non è più depositata nell’ufficio postale, ma è custodita in un ambiente altro che a Ponza è stato messo a disposizione dal Comune.

La situazione si complica se, ad esempio, c’è una raccomandata per me e il postino non mi trova; la raccomandata avvisata deve tornare a Formia
E da questo momento non si sa quanto tempo può passare prima che l’agognata missiva giunga nelle mie mani.

Perché?
Ho chiesto un po’ in giro. Semplice! Mentre i postini di terraferma vanno quotidianamente al Centro e vanno a prelevare personalmente la raccomandata, quello di Ponza non può e, pare che al CPD non si ricordino di avere anche sulle spalle degli isolani a cui pensare.

Ieri, all’Ufficio Postale c’era una signora che aveva firmato l’avviso l’8 agosto ed era andata a chiedere se fosse arrivata. No, non era arrivata!
E una signora anziana  brontolava che lei, che camminava  a stento, veniva dalle Forna  a vedere se era arrivata questa benedetta raccomandata e non la trovava mai!
Ma l’aspetto più deprimente, per la signora, era che non poteva rivolgere la sua protesta de visu a chi era colpevole di quel ritardo.
Sappiamo che per farlo la signora avrebbe dovuto prendere il traghetto e andare a Formia (!).

L’altro aspetto del problema è la carenza di postini che riguarda anche l’intera provincia di Latina, ma credo l’Italia tutta.

Il sindacato dei lavoratori delle poste, CISL-SLP, in un comunicato dell’8 agosto, oltre a denunciare che le Poste hanno dichiarato, già a novembre scorso, una carenza di 20 unità nella nostra provincia a cui non hanno fatto fronte, esprime il timore di un aggravamento della situazione.

L’AGCOM ha dimezzato il compenso alle poste per il servizio universale di recapito su tutto il territorio nazionale mentre, contemporaneamente, nella nostra provincia i postini stanno svolgendo il ruolo di messi notificatori delle cartelle esattoriali di Equitalia, lasciando a terra lettere, raccomandate e assicurate.
È questa una situazione che non lascia ben sperare e con il degrado della cultura del lavoro che stiamo vivendo in Italia, la figura del postino evolverà (involverà!) in quella di latore occasionale che dovrà imparare a districarsi fra strade e nomi sconosciuti e quando avrà cominciato a capire come e dove andare e chi cercare, avrà terminato il suo breve incarico.

A Ponza, attualmente, c’è un postino titolare, Giuseppe Del Ponte, ponzese,   che serve un’ampia zona che abbraccia le Forna e i Conti, ed un altro supplente, Guerino De Luca, che sostituisce un semestrale di Sora e serve tutto il resto dell’isola. In precedenza su questo posto hanno lavorato anche due trimestrali ponzesi.

Ho parlato con Guerino e gli ho posto alcune domande.

Da quanto tempo vieni a Ponza? Ti conviene?
“Sono circa due anni. Dal punto di vista economico non conviene, ma io amo il mio lavoro, lo svolgo volentieri e la mia etica personale mi dice che non tutto quello che si fa, lo si fa per guadagno. Si può lavorare anche per soddisfazione personale, perché il tuo lavoro è giusto e utile per la comunità . Certo, per i giovani che sono chiamati a fare i postini per tre mesi senza la certezza di una riconferma e con uno stipendio molto scarso, è difficile che nasca la passione per il loro lavoro.”

Quali sono i problemi che incontri nel tuo lavoro?
“Le omonimie e gli indirizzi vaghi, privi di numero civico, rendono difficoltosa la consegna anche ad un postino ponzese , figuriamoci agli altri! In due anni ho imparato parecchio, ma per un trimestrale che non conosce l’isola… Quando hanno lavorato i due trimestrali ponzesi, le cose sono andate molto meglio: hanno lavorato bene”

Cosa si può fare per migliorare la situazione?
“Intanto i nomi delle strade dovrebbero essere affissi e non escluderei di utilizzare anche delle targhe di ceramica come accade in tanti luoghi turistici. Si dovrebbe, poi, diffondere l’uso delle cassette per la posta che consentirebbero la consegna anche in assenza del destinatario. Ma  sarebbe fondamentale intervenire sulla toponomastica.
Penso che il Comune dovrebbe sviluppare un bel progetto sulla toponomastica coinvolgendo gli alunni delle scuole. Potrebbero fare ricerca sui nomi delle contrade e dare i nuovi nomi aggiuntivi in relazione alla configurazione e funzione dei luoghi… Sarebbe bello e potremmo avere degli indirizzi precisi, senza confusioni, anche in presenza di omonimie”

Gli faccio notare che anche il nostro sito aveva lanciato l’idea di un progetto di toponomastica  rivolto ai lettori e visitatori del sito che potevano suggerire i nomi di personalità ponzesi di una certa rilevanza motivandone la proposta.
Guerino mi risponde:
“Meglio non usare i nomi di persone: si discute, si litiga e non si decide oppure si impone un nome invece che un altro. Penso che sia più semplice e rapido individuare i nomi secondo la tradizione locale”

Che abbia ragione?

Intanto vi invito a scegliere tra i valori che ispirano le Poste Italiane – soddisfazione del cliente, fiducia, etica, integrazione, professionalità, energia realizzativa, innovazione – quelli che traspaiono, secondo voi, dal servizio ottenuto dai ponzesi.

La storica cassette delle lettere sotto il Municipio di Ponza

La storica cassette delle lettere sotto il Municipio di Ponza

La legge di Ponza

$
0
0

di Francesco De Luca
Veduta di Napoli con il Castel Nuovo Antonio Joli. 1700-1777

 

In seguito alle richieste di alcuni Lettori abbiamo chiesto a Franco di poter pubblicare il suo componimento sul sito. Egli ha acconsentito, aggiungendovi una breve nota.
L. R.

 

“La legge di Ponza” era espressione popolare in voga già nel 1700, quando i Borbone, emanarono direttive per stabilizzare la popolazione dell’isola, fluttuante ancora dopo decenni dall’inizio della colonizzazione. Perché? Perché la vita sull’isola era dura: il terreno impervio, arido e poco proficuo, il soggiorno da doversi creare con sudore e impegno. Con la prospettiva di scalmanarsi per la sola sopravvivenza.

Gli abbandoni erano frequenti e allora, per invogliare a dimorare a Ponza il Re di Napoli emise un editto per il quale il prendere asilo sull’isola cassava ogni debito di giustizia.

Funzionò, in parte funzionò perché l’espressione era viva e sentita nella popolazione campana e sono accertati casi di ladruncoli, di truffatori che in Ponza trovarono sia l’annullamento della pena sia la casa.

Una condizione giuridico-legale singolarissima.
Venuta meno con l’Unità d’Italia ma ben cementata nell’animo del Ponzese che, in quanto a rispetto delle leggi… eh  beh…  ha dimostrato un suo modello comportamentale altrettanto singolare.

Ho scritto la poesia, anni fa, e subito l’ala borbonica (Giuseppe Romano) ha plaudito facendo addirittura un video con la traduzione (affinché fosse chiara a tutti).
Come sempre: il componimento è venuto dietro ad una pressione personale di natura esclusivamente artistica.
Ogni aggiunta ideologica non mi appartiene.
Francesco De Luca

Antonio Joli. La partenza di Carlo di Borbone per la Spagna vista dal mare. 1759

.

Ascolta da Youtube il componimento dalla voce dell’Autore con la versione italiana, curata da Giuseppe Romano, in sovraimpressione

 

http://www.youtube.com/watch?v=zCUdnp3JgpY

.


’A legge ’i Ponza

.

Quanno u re Borbone

pe’ gghienche l’isole noste,

iette ’ncerca ’i persone,

’i ’ncannarette decenno:


“Si ce sta nu mariuolo

ca vò cagna’ vita;

si ’nu delinquente

’i chello c’ha fatto se pente;

si ’nu marfattore

lascia ’a via vecchia

p’accummencia’ n’ata storia,

iesseno a Ponza,

llà pe lloro ’nce sta prigione,

’nce sta corpa,

llà pe’ lloro ’nce sta priggione,

’nce sta corpa,

l’aspetta ’na vita ’i sarvazzione,

A Ponza vale ’na legge speciale:

se cancelleno i malefatte

e s’addeventa

comme ’na creatura ’nnucente”.

 

Fuie ’na truvata avero rivoluzionaria

ca facette storce ’u naso

all’ate munarchie italiane.


“Sulo chille cafune d’i Borbone

se puteveno perde ind’a ’sta confusione

- decettero  – ,

quanno s’è visto maie

ca chi accide ’u prossimo

se sarva ’u cuollo

si va a vivere ’ncopp’ a ’nu scoglio “.


Chello ca nesciuno deceva

era c’a Ponza ’a vita

se trecava tanto

ca pure n’assassino

s’aveva spezza’ ’a schiena

pe’ ’nu muorzo’i pane,

e possibbilità ’i ’mbruglia’ ll’ate

nun erano date.


Perciò, pe’ dice tutt’a verità,

nun s’avveraie

ca Ponza se inchette

’i ggente senza precette,

ma ’na cosa fuie chiaro a tutti:

ca pure commesso ’nu delitto

a Ponza se puteva sfotte,

e d’a giustizia remmaneva

na boffa senza botta.

Tutto s’apparava :

morte, uccisione, ’mbruoglie e paliatune

se scancellavano i pene

e turnava linda e bianca ’a fedina.


Chesto, proprio chesto,

fuie lasciato scritto da ‘u re Borbone

e i Punzise se vestettero

’i ’sta condizione.

Addeventaieno frate carnale c’a legge,

e si essa faceva ’a voce grossa

’a pigliavano a pernacchie,

e si ’mpuneva ’nu divieto

ce facevano ’nu fieto,

e si nun concedeva permesse

’a trattaveno comme si ’nce stesse.


Chisto modo ’i fa’

da allora è arrivato

fino a ’stu tiempo cca,

e nun c’è che ffa.

I Punzise rispetteno

’na legge ca d’u millesetteciento

teneno comme ’nu comandamento :

chello ca vale pe’ ll’ate

nun vale pe’ lloro,

’a tutte i regole

cca

simme fore.

.

Immagine di copertina: Antonio Joli. Veduta di Napoli con il Castel Nuovo (1700-1777)

Immagine nel testo: Antonio Joli. La partenza di Carlo di Borbone per la Spagna vista dal mare; 1759

 

Proposta di alloggio per studenti fuorisede

$
0
0

di Paolo Iannuccelli
Golfo di Gaeta e Formia

 

In un mondo che diventa sempre più insicuro e incomprensibile, ben vengano le proposte di investire sul futuro, come questa di Paolo.
Idealmente – anche nelle enormi diversità dei mondi in cui le storie si svolgono – l’abbiamo associata ad un bellissimo docu-film visto di recente.
L. R. 

Vado a scuola. Locandina

 

Un alloggio per ospitare i giovani ponzesi che studiano a Formia e Gaeta.
Gli enti pubblici ed amministrativi (Regione Lazio, Provincia di Latina, Comune di Ponza) potrebbero, in sinergia tra loro, studiare la possibilità di finanziare l’affitto di una casa o più case di una certa capienza per favorire sul piano economico le famiglie isolane, costrette a spese sempre più ingenti.
Molti genitori sono pronti a lavorare – semmai a turno – in favore dei loro figli per cucinare, fare la spesa, opere di pulizie, assistenza didattica.
Gli alloggi verrebbero assegnati secondo le fasce di reddito familiare, come in tutto il mondo.

Continuità didattica, diritto allo studio per i minori residenti in territori svantaggiati, garanzia di un corpo docente anche in territori con difficoltà.
Sono queste alcune delle tematiche sempre al centro del dibattito.

Ci corre l’obbligo di rivendicare, con forza, la piena attuazione degli articoli 33 e 34 della Costituzione.
Quelli che garantiscono il diritto allo studio anche per i residenti in territori svantaggiati, a bassa densità demografica.
Proprio quelli che, oltre allo spopolamento, devono fare i conti anche con il disincentivo al corpo docente ad accettare incarichi in questi luoghi.

La continuità didattica nei territori deve essere garantita, riaffermando con forza il diritto di accesso universale all’istruzione in modo tale da evitare lo spopolamento delle isole.
Tra i temi più urgenti quello che costringe i giovani con le proprie famiglie a spostarsi sulla terraferma con notevoli costi, oltre ad un aggravio del fenomeno dello spopolamento delle piccole comunità locali e il pendolarismo dei docenti.

Finanziare il completo mantenimento dei giovani ponzesi è sicuramente un dovere per le istituzione preposte che non possono ignorare un problema che non si risolve da anni.

 

Da YouTube: trailer italiano del film “Vado a scuola” (Sur le chemin de l’école). Diretto da Pascal Plisson e sceneggiato da Marie-Claire Javoy

.

http://www.youtube.com/watch?v=M8dV0DYeQ7w

.

Il film narra le storie di quattro bambini, provenienti da angoli del pianeta differenti, ma uniti dalla stessa sete di conoscenza. Dalle savane sterminate del Kenya, ai sentieri tortuosi delle montagne dell’Atlante in Marocco, dal caldo soffocante del sud dell’India, ai vertiginosi altopiani della Patagonia, i quattro protagonisti, Jackson, Zahira, Samuel e Carlito sanno che la loro sopravvivenza dipenderà dalla conoscenza e dall’istruzione scolastica.

Journey_to_school

La guerra a Gaza

$
0
0

di Anna Mazzella-Marciano
Bambolina a Gaza

 

Cari amici,
per la Terra detta ‘santa’ ma ancora stravolta martoriata e sconvolta, da Dio e dagli uomini, inviamo questo componimento.
Anna Mazzella e Giuseppe Marciano

 

Gaza Golgota

L’immagine in cui è inclusa la poesia (cliccare per ingrandire)

 

Gaza Golgota

Un groviglio umano.
Ho visto il Minotauro
ma non c’era Arianna
per condurli fuori
da quel vicolo cieco.
Ho visto Lei
che governava
imperterrita
e non c’era Ulisse
non Ettore
ma gli untori
lungo le mura delle case.
Sentivo nel vento
urla, grida, lamenti,
ferite di morte.
Tutto è intriso
del sangue dei martiri.
Ma voi Sapienti
dove siete?
Svegliatevi dal lungo sonno
ormai l’oceano
è sangue.
Le Rocce sono sangue.
Il Deserto ossa e sangue.
Sul Golgota
non c’è più Spazio
solo Croci fino all’Infinito.

 

Immagine di copertina. Bambolina a Gaza

Gaza. Non guardare

 

Gaza.3. Palloncino

Ancora sulla Chiesa di Santa Maria

$
0
0

Riceviamo in Redazione il documento annunciato al tempo dell’ultimo articolo sulla diatriba legale riguardante la Chiesa di Santa Maria (leggi qui)
Chiesa San Giuseppe a Santamaria

 

Spettabile Redazione,

invio in allegato il provvedimento emesso dal Giudice di Latina a scioglimento della riserva di cui all’udienza tenutasi lo scorso 21 agosto.

Come già anticipato in via telefonica il Giudice ha ordinato al dottor Di Folco di consegnare le chiavi alla Parrocchia entro le ore 15.00 del 23 agosto 2014. Tale provvedimento è stato emesso su istanza della Parrocchia la quale, in ragione del reiterato rifiuto del Dott. Di Folco di eseguire l’ordinanza dello scorso 20 giugno a Voi già nota, è stata costretta ad adire nuovamente il Tribunale mediante apposita procedura d’urgenza affinché lo stesso disponesse le modalità di attuazione della già citata ordinanza.

Rimango ovviamente a disposizione per ogni chiarimento o delucidazione.
Con i migliori saluti
Lidia Porzio

 

Allegato in file .pdfProvvedim. Giudice di Latina 21.08.2014

 

 

Tutto pronto per il “Ponza Lola Trophy” 2014

$
0
0

riceviamo in Redazione e pubblichiamo
I vincitori 2013


Ponza Lola Trophy 2014

5-6-7 Settembre 2014

 

Tutto pronto a Ponza per il 12° Ponza “Lola Trophy” che si svolgerà il 5-6-7  settembre 2014, il trofeo per i veri pescatori della “traina con il vivo” a dentici e ricciole che dal 2003 si organizza nell’Arcipelago Ponziano, il luogo dove nacque questa disciplina di pesca a traino ed in particolare con il piombo guardiano.
Un evento che evidenzia un ritmo blando, tranquillo, momento di ritrovo tra amici provenienti da molte regioni italiane. Si scambiano idee, si vive il mare intensamente, si cercano momenti di relax godendosi un paesaggio incantevole  assaporando pietanze che rievocano le antiche tradizioni del posto.
Il “Lola” Trophy rappresenta più un momento di incontro che una vera e propria gara anche se poi in mare ognuno dà il massimo di sé.

Grazie al contributo di Piero Delvecchio e Famiglia, da due anni c’è in palio un premio speciale per il pesce più grosso dedicato al fratello Andrea (amante del mare e della pesca). Inoltre, Piero Delvecchio  offre anche un premio in denaro che può raggiungere il valore di 500,00 euro per il pesce più grande che sia almeno di 15 kg.

“Vi aspetto per trascorrere dei momenti di allegria e giorni intensi di pura traina con il vivo – dichiara l’organizzatore Nestore Grassucci – Anche l’edizione 2014 confermerà il successo riportato in questi anni,  grazie allo spirito goliardico che trascina i pescatori attratti anche dalla concentrazione di pesce presente e dal fascino dell’Arcipelago Ponziano e stimola familiari e ospiti a partecipare attivamente”.

Alla manifestazione contribuiscono l’azienda agricola Taffuri Pouchain di Ponza, i negozi di pesca Captain Hook di Roma, Charlie Brown di San Felice Circeo, Ciaramaglia di Gaeta e Super Pesca in Mare di Ponza.

Locandina Lola Trophy 2014

Per info:
www.italiabigfish.com      info@italiabigfish.com
Nestore Grassucci: tel. 328.6981830

 

Foto di copertina: i vincitori dell’ediz. 2013

Sapore d’antico

$
0
0

di Francesco De Luca
Fichi d'india. Mare

.

- Troppo tardi… sono già passati! – dice lei,
- Ma no -  risponde lui – guarda quanti ce ne sono…  i  palette so’ chiene!
- – riprende lei – ma se guardi bene, in basso non ce ne sono. Stanno tutte in alto.
- Eh beh… – dice lui – ho portato l’arnese apposta. Con un po’ di pazienza riempiamo il secchio!

Sono le 7,30, il rosa dell’aurora sta svanendo in questo mattino di settembre, e già lui e lei stanno sopra i Conti a cercare di cogliere i fichidindia. Si inerpicano per un sentierino che porta ad alcune piante di fichidindia. Le catene mostrano di non essere curate, anzi… lo accerta il fatto che sono luogo di pastura di qualche asino, vista la presenza di feci.

Catene abbandonate ai rovi, ai fichidindia, alle ginestre, a ’u paliere.

- Troppo tardi -  ripete lei -  mostrando i frutti già abbondantemente caduti e spappolati.

Lui ha un arnese di alluminio con due coppette all’estremità di un lungo bastone. Armeggia per cogliere i frutti sulle  palette in alto.
- Chist’ l’aggi’accattate addò Gaitano ’i pelerusso, bonanima. U’ccattaie apposta p’ i fechetinie!
- Ma
– osserva lei – l’uva ancora non è pronta per la vendemmia, perciò ’i  mustarde nun se ponno fa’ ancora.

E’ vero. Dai filari l’ uva ancora non mostra il biondo degli acini. Ci vorrà qualche settimana.

I due stanno riempiendo il secchio, ma dalle movenze maldestre s’arguisce che non hanno dimestichezza con la terra: sono del Porto.
La tradizione paesana però non si attarda su queste sottigliezze e pervicace tenta di replicare le usanze tipiche della comunità isolana, ridotta al lumicino.

Fichi d'india.1

L’aliscafo suona e annuncia la partenza, poi il rumore dei motori dice che sta solcando il mare, oggi disposto a far scivolare su di sé ogni chiglia.

Il secchio è pieno, lei e lui sono appagati. Ancora c’è da lavare i frutti, metterli a cuocere per poi spremerli onde trarne il succo che, insieme al semolino e al vino cotto, daranno l’impasto. Tagliato a tocchetti e seccato si farà gustare nelle mostarde.

Con esse si ritorna agli albori della cultura isolana, quando il sapore lo davano anche la famiglia, la fatica, l’attesa.
Sapore di casa, di partecipazione, di desiderio.

Fichi d'india.2

 

Fichidindia di settembre


Ponzaestate 2014. (1). Gli spettacoli

$
0
0

La Redazione
terrasonora15.OK

 

Sabato 30 agosto con l’esibizione di James Senese & i Napoli Centrale si è concluso il breve Festival “Mare Nostrum” della rassegna Ponzaestate 2014.

Tre belle serate dedicate alla musica, seppure il titolo scelto per questa Rassegna non sia stato tra i più felici, per l’omonimia con l’operazione umanitaria della Marina Militare nel Mediterraneo.

Giovedi 28
, Le Ninfe della Tammorra (rispetto a quanto scritto nel programma c’è stata una inversione di serate), un racconto in musica delle tradizioni popolari del Sud Italia: pizziche, tammurritate, tarantelle e canti di brigantaggio, “contaminate” dai ritmi del Sud del mondo, dell’Africa in particolare. Uno spettacolo fatto per coinvolgere gli spettatori – soprattutto grazie all’energia della fisarmonicista – ma che purtroppo non ha trovato un adeguato riscontro nel pubblico ponzese,  anche se qualcuno ha poi confessato che ballava sulla sedia, ma non aveva avuto il coraggio di alzarsi.

Più o meno stessa cosa venerdì 29 con i Terrasonora. Gruppo ‘folk contemporaneo’, come amano definirsi. Anche i loro ritmi si rifanno alle tammurriate e tarantelle con frequenti incursioni nella ‘pizzica’. Con tamburello, ciaramella e flauti mescolati a strumenti che provengono da altre culture dal ‘cajòn’ peruviano al ‘darabouka’ del Nord Africa.
La chiusa l’hanno tuttavia affidata alla sempre apprezzata Tammuriara nera sicuri di lasciare un bel ricordo negli spettatori. Da notare che in questa come nelle altre serate forte è stata la presenza proprio dei ponzesi.

terrasonora16

 

Sabato 30. Differenti e più difficili da godere sono le sonorità  jazz-rock di James Senese e la sua band, cui i musicisti associano testi in dialetto napoletano. Stiamo comunque sempre parlando di musica di qualità.
Anche qui gli applausi più convinti sono arrivati dai vecchi successi dei Napoli Centrale: Campagna e ’O nonno mio.

senese 008

 

In questa breve ed interessante rassegna di sonorità mediterranee avremmo ben volentieri visto (impegni dell’artista permettendo) anche lo spettacolo Jesce sole di Sabrina Marciano. Proposta invece martedì 22 luglio in un giorno infrasettimanale di scarso richiamo. Con la sua magnifica voce Sabrina non si è limitata a riproporre i classici della canzone napoletana dal 1200 ai giorni nostri, ma ne ha dato un’interpretazione personale, ricca di nuove sonorità che hanno conquistato il pubblico presente, nonostante la collocazione dello spettacolo non ne abbia consentito una adeguata valorizzazione.

Sabrina Marciano. Jesce sole

 

Altri eventi che non sono passati inosservati: la fisarmonica di Marco Lo Russo, le chitarre del Caroso Festival, alcuni momenti di Onde Road.

Queste brevi considerazioni non vogliono mettere in ombra altri spettacoli che avranno sicuramente avuto la loro validità artistica, ma semplicemente affermare che a nostro parere non serve la quantità.
Possono bastare pochi validi spettacoli per dare visibilità all’estate ponzese e per il resto lasciare spazio alle Associazioni locali che molto possono fare per caratterizzare le serate isolane. Ad alcune questa possibilità è stata data; ad altre non sempre è stato dato modo nè spazio di esprimersi; per i mezzi, diverse ne sono rimaste completamente escluse.

Aggiungiamo infine che alcuni frequentatori abituali dell’isola hanno anche espresso interesse per il buon cinema, come una rassegna cinematografica che copra un po’ tutto il periodo estivo ed alterni film recenti ad una filmografia a temi.

 

terrasonora1

terrasonora7

terrasonora12

terrasonora13

terrasonora16

senese 006

senese 007

 

[Ponzaestate 2014. (1). Continua]

’U Pataterno

$
0
0

di Sang’ ’i Retunne
John Niven. A volte ritorno. Book

.

Giggino – Tu che saie quasi tutt’ cose, ’u Pataterno turnarrà sulla Terra?
Sang’ ’i Retunne – Certamente! “…E verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti”. Così è scritto …e sarann’ cazz’.

Gg – Ueee! …E mica sarranno sule pe’ mme? Quanta chiaveche ce stann’ ’cca?
Sr – Giggì, tornerà per tutti!

Gg – Eppure… secondo me, è già turnato.
Sr – Ogni tanto te ne iesci cu’ cierti cacciate che me fanno a’scì pazz’.

Gg – Sì sì… fa ’u sceme tu, ca poi, si è comme dic’ ie, voglie proprie vede’.
Sr – Ma che vuò vede’ tu? Te pare… scenne ’u Pataterne ’a cielo, e nisciune se n’accorge?

Gg – ’A cielo sicuramente no! Si scenneva ‘a cielo ce ne fosseme accort’ subbete: nuie sparamme a tutt’ chell’ che vola… ’u fosseme accugliute! No, ’a cielo no. È venuto cu’ll’aliscafo.
Sr – Ma chist’ è pazzo! ’U Pataterno mò arriva cu’ll’aliscafo? Ma addò s’è visto mai?

Gg – …E chille perciò è Pataterno!
Sr – E poi arriva un personaggio simile, e nessuno se ne accorge?

Gg – Eeee… ’A staggione ’a gente adda fatica’, mò se mette a vede’ chi arriva? Pataterno o diavule, baste ca paga, chi se ne fotte ’a do’ vene e chi è.
Sr – Ma ’u Pataterne s’accanosce! …sapimme comm’è fatto.

Gg – E quanto si’ fesso. Te pare che dopo tutte chell’ che ci’hanno fatte, vene cu’ i capill’ luonghe, ’a barba ’nfaccia e ’u camicione ’nguolle! …Accussì l’accanoscene subbite? …Ma va’, va’..!
Sr – A no? E comme teness’ ’a veni’ secondo te? Cu’ i papusci’o pede, i cazunciell’ curte, l’occhiali da sole, rapato a zero e ’nu sicario ’mmocca? E poi… perché con tanti posti proprio qua dovrebbe essere venuto?

Gg – Eee, fa’ ’u spiritoso, tu! Qua ha un vecchio conto da regolare…
Sr – ’U Pataterno? Cca tene ’na questione in sospeso? E cu’ chi?

Gg – Hai mai sentito parlare di Pilato? Chille le facett’ ’nu ’uaie.
Sr – Ma non è così! Chella d’Austino Pilato è n’ata famiglia… non c’entra cu’ Ponzio Pilato.

Gg – E poi cca tene pure cierti parenti i’ Forne, ’ncopp’a Chiana …Addimanda a Tonino!
Sr – Ma che dici! Porta ‘Cristo’ di cognome, è vero, ma non è suo parente.

Gg – See see… sai tutt’ cose tu e poi nun sai propriete niente!
Sr – Ma guard’a chisto! Quando te mitt’ ’na cosa ’ngapa! Piuttosto, invece ‘i fa’ ’sti cacciate ’i pazzo, hai delle prove certe?

Gg – E ciertamente! Ie l’aggie propriete visto, c’all’uocchie mieie …e aggie capito subbete ca fosse iss’… ’u Pataterno in persona!
Sr – Lo hai visto? Ma ddai! E quando e come lo avresti visto?

Gg – Ero iuto a ghitta’ ’a munnezza, a mezzanotte, e mentre turnav’a casa m’è spuntato ’arete a ’nu bidone, uno… tutto pelato, c’all’uocchie ’i pazzo, ’nu sicario ’mmocca e m’ha ’itte: “Ué! Cafone ponzese… Tu non avrai altro dio al di fuori di me, hai capito? Altrimenti te prendo a carci ’nder culo”.

.

Immagine in alto: copertina del libro di John Niven: “A volte ritorno”; 2012, Einaudi ‘Stile libero’ Big

Ischia, dolce settembre

$
0
0

Segnalato e inviato in Redazione da Giuseppe Mazzella di Rurillo
S. Angelo dalla vigna dei mille anni

 

E’ in distribuzione in 400 punti nell’isola d’Ischia (edicole, alberghi, ristoranti, parchi termali, luoghi di interesse ed agenzie di servizi) il numero di settembre 2014 di Ischianews & Eventi Magazine diretto da Enrico Deuringer con Giuseppe Mazzella condirettore e Tommaso Massimo Pilato direttore editoriale.

In questo numero i reportage sulle feste di Santa Maria al Monte a Forio, Maria di Montevergine a Succhivo ed allo Schiappone e soprattutto su quella di San Michele  a Sant’Angelo del 29 e 30 settembre, l’ultima delle feste a mare della lunga estate ischitana; un Amarcord dell’Ischia degli anni ’70 con un ritratto di Don Leopoldo con la sua chitarra e gli occhiali senza lenti ed una “Forio d’Autore” dove si respira la stessa aria degli anni ’50 al tempo di Truman Capote e di Wystan Auden ed ancora l’ intervista a Bettina, “l’artista del tessuto” ed una giornata nel parco di Nitrodi a Barano  per un “flusso di giovinezza”.

Il numero di settembre riporta il ricco calendario degli eventi non solo con le feste secolari di colore locale ma anche con il cartellone del “Contastorie” dal 19 settembre al 4 ottobre, quello “per terre assai luntane” dal 12 al 16 settembre dedicato quest’anno all’emigrazione dei bambini verso i nuovi mondi .

Ancora: il ciclo di incontri e mostre per i 160 anni del Porto di Ischia aperto da Re Ferdinando nel 1854 ed il festival dei Popoli del Mediterraneo dal 6 all’8 settembre e la manifestazione “Andar per Cantine” dal 14 al 18 settembre, alla quale sarà dedicato un numero speciale in distribuzione dal 12 settembre, oltre agli appuntamenti musicali dei Giardini La Mortella di Sir William e Susana Walton che partono il 6 settembre e si chiudono il 28 settembre.

Il numero di settembre riporta anche gli orari dei collegamenti marittimi da Napoli e Pozzuoli per Ischia e viceversa ed anche quelli del servizio di autobus dell’EAVBUS oltre ai numeri utili di pubblico interesse.

 

Immagine di Copertina. Ischia: S. Angelo dalla vigna dei mille anni

Chille d’u vierno

$
0
0

di Francesco (Franco) De Luca

la solitudine a Ponza foto di Antonio De Luca

.

Chille d’u vierno

.

Mo c’ a staggione

ha mise mmoto ogne cose,

i puteche so’ aperte,

i tavule d’ i bar s’ allargano p’ i vvie,

i bancarielle ind’ a ogne cantone

venneno gite, bagne, visite ai faragliune.

A ggente se ferma pe na chiacchiera,

se mangia u curnetto,

se beve u café.

E’ nu gira gira

ca nun reposa,

è nu vota vota

ca mo taglia e mo cose.

Si guarde bbuono

e saie cunsiderà

t’ accuorge ca

ce stanno facce

ca teneno stampate

n’ espressione rassignata.

Pare c’ a baldoria nun l’interessa,

ca d’ u votta votta

poco ce mporta.

Cammineno comme sfastediate

d’ a pazzaria

ca se cunzuma ind’ i vvie.

Chi so’ ?

So’ chille ca rimaneno pure u vierno.

So’ i persone ca sanno

c’ a staggione è corta

e u riesto dall’anno è pelle morta,

sanno

comme se presenta u paese

doppo ca u sole

s’ avasce a punente

e u mare

se scete sempe scuro nfronte.

il mare d'inverno

E’ ggente ca se canosceno tutte quante,

se salutano senza parlà,

cammineno e nse confonneno

cu chello ca gira attuorno.

L’ isola nun è nu posto ‘i piacere:

pe lloro

u sole s’aizza a matina

e cala a sera.

A vita è arrubbata:

aizzano parracine

e s’ aspetteno

ca ll’acqua ‘i cielo

‘i terrope dimane ammatina.

S’ allisceno a murata d’ u vuzzo

comme nu figlio

e po’

na punentata forte

‘a sfonne ind’ u parapiglia.

ponza d'inverno

Chille d’u vierno

so’ n’ ata razza.

N’ ‘i può capì

tu ca piglie u sole mpiazza.

Tu hai a che fa’ cu chille

ca pe sorde te tratteno

comme nu milordo.

LLoro nse venneno,

pecché nun se po’ venne

u sole

ca scarfa a febbraio

u spigulo ‘i ciardino e

e dà cunforto:

“ u vierno è passato

e pure sta vota m’ ha scansato “.

A ricchezza lloro

sta ind’ a vita:

“ nu poco m’ assetto

e nu poco fatico “.

Si u dulore è forte

stregneno i diente,

si u piacere è tanto

so’ cuntente.

LL’ hè vedé,

quanno è festa,

nfaccia a nu bicchiere ‘i vino

rireno comme criature

e se sentono ‘u sicuro.

Tutto u munno è tempesta,

è guerra,

ma ind’ i catene

i favecelle cresceno

e sfidano u tempurale:

“ a Pasqua l’assaggiammo

e u centrauallo fa u capurale”.

contadini tra le viti a Ponza

Chille d’ u vierno

guardele cu rispetto:

si u paese ancora

tene fiato mpietto

è merito lloro,

è merito lloro.

ponza verso l'inverno

Ascolta il componimento in file .mp3 dalla voce dell’Autore: 

Vola vola Vittorio…

$
0
0

di Emanuela Siciliani
Vittorio Romano e Milena

 

Seduto nella panchina della Tabaccheria di Sant’Antonio osservi come al solito il passeggio.  Le porte alle tue spalle sono chiuse. Nascosti i bei foulard multicolori che invitano ad entrare, quasi fossero le bandiere al Palazzo di Vetro.

Nessuno può vederti ma non sei preoccupato, continui a sorridere, lo hai sempre fatto.  A tutti i passanti rivolgi un pensiero, un motto briccone
 - Ah che eleganza signora! – a chi non ha indovinato una mise
- Gli hai già dato il biberon… – ad una moglie che passa insieme al marito…
- Che fregatura che hai preso… a me per aver incontrato un uomo di mare che leggeva Panorama un giorno per sbaglio….
- …E quando torniamo nello Sri Lanka? – schiacci la ‘r’ in modo buffo e parti coi ricordi, un viaggio avventuroso fatto in tempi ormai lontani con Milena, i tuoi cognati ed i ragazzi. Tante avventure, tante risate e un modo di stare al mondo e in compagnia davvero speciale.

Sei l’amico di tutti e cucini da Dio. Se ci sono i ragazzi e gli amici scherzi e ridi come loro. Non si sa chi sia il padre né se sia necessario chiamarlo così.
Parli lento… come avessi tutto il tempo del mondo. Gusti ogni attimo quando guardi negli occhi la donna che ami, ringrazi il cielo ogni giorno per ciò che hai avuto.
E con lo stesso sorriso combatti – con coraggio da uomo – la tua battaglia senza tirarti indietro, ti armi di santa pazienza e resisti – ci vuole forza – per anni.
Non è cosa da tutti essere un guerriero e sorridere.

Ora si è fatto tardi e nell’aria tersa e ventosa di settembre si avvicina l’ombra della sera, il mare si tinge di argento e le donne indossano un golfino di cotone.
Ti alzi e ti incammini verso la luce d’argento. Fatti pochi passi – dalla Tabaccheria al mare – ti passa vicino un palloncino, lanciato da una bimba che ora piange a dirotto.
- Il palloncino! Il mio palloncino!
Con un salto leggero – per quell’omone che sei – afferri il cordoncino che ti arriva sul viso, ti lasci portare fino alle nuvole rosate, che leste si inchinano per farti salire a bordo.

Sorridi di nuovo, quando sfiori la scogliera bianca di luce, saluti Zannone che è colore cristallo, poi passa un gabbiano e gli chiedi se va a Palmarola.
Vola Vola Vittorio… Vola vola…

Piccolo principe. Colori

Il cassetto dei ricordi di Vittorio

$
0
0

proposto da Emanuela Siciliani
Il cassetto dei ricordi

 

Caro Vittorio,

oggi ti abbiamo salutato nella chiesa gremita di amici, stipati fin nel piazzale antistante. Circondato di fiori e accompagnato da una musica dolcissima  ti sei congedato. Oggi Ponza era triste, seppure bellissima nella luce trasparente del mattino.

Accanto a me in chiesa un ragazzo ha cantato con voce celestiale, mi sembrava di stare vicino ad un angelo. C’era tanto silenzio, per l’ emozione vibrante che aveva spento tutte le voci.

Però parlare fa bene: vorrei quindi proporre agli amici – a tutti coloro che leggeranno questa lettera – di raccontare un momento vissuto con te, ciascuno di noi avrà il suo pezzetto di vita e sarà bello raccoglierli dentro un cassetto, con su scritto “I Ricordi di Vittorio”.
Credi che sia una buona idea?
Emanuela

 

P.S.: Chiedo a Ponza Racconta di aprire quel cassetto

 

Ritorna la radio a Ponza

$
0
0

la Redazione
I personaggi Simpson ascoltano la radio al bar Boe

 

Registriamo una notizia interessante da “Il Messaggero” di sabato 6 settembre 2014, sulla riproposizione di una radio locale a Ponza (vedi in seguito).
Molti dei nostri redattori ricordano il precedente  di “Top Spin” citato dal giornale:

“Su “Il Messaggero” di ieri – LT, pag. 43, leggo: “Rinasce sul web la radio di Ponza”. Si tratta della radio che un tempo fu di Rino Cordella e che oggi il figlio Francesco ripropone, a quanto sembra con il supporto di autorevoli personaggi dell’informazione.
Io sarei del parere di darne l’annuncio, sottolineando che una nuova voce libera fa sempre bene all’informazione e auspicando anche una futura collaborazione con il nostro sito” (Silverio Lamonica).
“Parlarne sì, è una notizia. Con Rino Cordella, con il quale c’era un ottimo rapporto, ho fatto molte collaborazioni e programmi, alcuni dei quali dovrei ancora avere registrati. Ma forse erano altri tempi. Vedremo…” (Giuseppe Mazzella).

“Anche io per due estati ho fatto per Rino dei notiziari in collegamento telefonico dalla mia libreria in piazza: un bel ricordo di cui già da tempo avevo intenzione di scrivere…” (Luisa Guarino).

 

Questa la notizia riportata da “Il Messaggero” del 6 settembre 2014

“ LATINA – L’isola di Ponza riavrà presto la sua radio. A circa un decennio dalla chiusura di “Top Spin”, storica emittente che dai primi anni ’90 era diventata una piacevole compagnia per i residenti e i turisti e il cui segnale era ricevibile in Fm anche sulle coste del litorale laziale, il capoluogo dell’arcipelago ponziano tornerà ad avere voce grazie ad una vera e propria stazione radiofonica che trasmetterà via internet.
L’ambizioso progetto, promosso dall’associazione culturale “Top Spin” con il patrocinio del Comune di Ponza e in collaborazione con altri partner locali, si avvarrà della competenza di un nutrito pool di professionisti provenienti dai principali network nazionali che dal 17 al 20 settembre animeranno, presso l’elegante cornice del Grand Hotel Chiaia di Luna direttamente sull’isola, un vero e proprio corso di formazione per trovare chi entrerà a far parte della nuova emittente, il cui obiettivo è diventare un punto di riferimento per gli isolani ma anche, grazie alle potenzialità della rete, uno strumento di promozione dell’arcipelago in tutto il mondo.

Al workshop, diretto dai giornalisti Claudio Micalizio (conduttore di “Radio Monte Carlo”) e Rossella Iannone (già voce di “Radio 101″), prenderanno parte Luca Dondoni (voce di “Rtl 102.5″, noto anche per le sue partecipazioni alla trasmissione “Amici” di Canale 5 e firma del quotidiano “La Stampa”), Gigio D’Ambrosio (conduttore di “Rtl 102,5″ e docente di storia della radio e conduzione radiofonica presso l’Università Iulm), Laura Ghislandi (Rtl 102.5), Giancarlo Bastianelli (giornalista e speaker a R101) e con la partecipazione di David Messina (commentatore sportivo e presidente della Commissione Sport dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti): “Questo corso sarà il primo passo per ridare voce all’isola – spiega Francesco Cordella, presidente dell’Associazione che ogni anno collabora all’organizzazione degli eventi proposti ai turisti -: vogliamo formare la squadra di quanti animeranno la radio e siamo orgogliosi di aver coinvolto tanti professionisti di lunga esperienza. Stiamo cercando giornalisti, conduttori ma anche tecnici e tutte le figure che lavorano dietro le quinte: l’obiettivo è essere in onda con la nuova radio già nei prossimi mesi”.

 

Per completezza di informazione riportiamo in file .pdf  la notizia dell’evento e le modalità di partecipazione alla selezione del personale, così come sono riportate nel sito del Comune di Ponza: Scuola di Radio


Quando Radio Ponza Top Spin era “on air”

$
0
0

di Luisa Guarino
On air

 

Alla notizia che forse presto Ponza avrà di nuovo una voce radiofonica, seppure sul web invece che via etere, sono andata subito indietro con il tempo alla mia personale esperienza con Radio Ponza Top Spin, creata negli anni ’80 (correggetemi se sbaglio) dalla vulcanica mente di Rino Cordella, padre dell’attuale direttore artistico di “Ponza Estate” Francesco Maria Cordella.
La postazione da cui l’emittente trasmetteva si trovava in località “Scotti”, dov’era la casa della famiglia Cordella. Ne facevano parte tecnici e collaboratori quasi tutti provenienti dalla zona dei Lepini, Sezze, Priverno e altri centri, se ricordo bene, ma non ho mai approfondito.

Come ho già avuto modo di dire, le estati dell’89 e ’90 le ho vissute da una postazione privilegiata, la libreria aperta nei locali dell’abitazione di Via Roma da sempre di proprietà della mia famiglia materna (la bisnonna Giuditta, la nonna Fortunata, mia madre Olga che ci è nata, tutte di cognome Mazzella).
Ricordo che un giorno, quasi timidamente e con la delicatezza che gli era propria, il patron Rino Cordella, che naturalmente conoscevo molto bene, mi chiese se volevo/potevo curare dei notiziari per la sua radio. Già da qualche tempo lavoravo nella redazione del quotidiano “Latina Oggi” a Latina; quando potevo e c’erano notizie scrivevo per loro degli articoli sulla macchina elettrica, che poi inviavo via fax grazie alla disponibilità e cortesia di Maurizio Musella e Stefania.

Tempo a disposizione in libreria ne avevo, così non mi era costato troppo, anzi mi aveva fatto sinceramente piacere, dare vita a notiziari incentrati soprattutto su fatti e vicende dell’isola.
Carabinieri, Guardia Costiera e Finanza sul Molo Musco, a un passo dalla libreria, mi permettevano, in caso di notizie di cronaca, di essere informata in tempo reale. Qualche altra notizia la prendevo dal mio stesso giornale, che allora era l’unico quotidiano locale, e se era il caso dalle pagine del Messaggero e del Tempo. Se ricordo bene facevo due, forse tre edizioni del notiziario, al mattino, ora di pranzo, pomeriggio.
Ricordo che srotolavo la prolunga del telefono, socchiudevo la porta d’ingresso della libreria (due pesanti imposte di legno che erano una vera opera d’arte, e che più di una persona mi aveva chiesto di poter acquistare) e con una discreta riservatezza leggevo i miei notiziari.

La radio andava bene ed era molto seguita, Rino era contento e mi dimostrava con calore e affetto la sua riconoscenza.
Per me è stata un’esperienza unica e irripetibile; mi è capitato negli anni successivi, una volta tornata in pianta stabile nella redazione di Latina Oggi, di fare qualche notiziario per un’emittente della città, spesso per sostituire qualche collega, ma il fascino di quella breve e intensa programmazione giornaliera per Radio Ponza Top Spin davvero non ha avuto eguali.

Ma tutto questo non sarebbe stato possibile, senza quel personaggio elegante e un tantino eccentrico che era Rino Cordella, un gentleman dal sorriso contagioso, sempre vestito di bianco.
Ritengo che Ponza gli debba parecchio. E mi auguro che non lo dimentichi.

L’omaggio di Ponza a Folco Quilici

$
0
0

di Vincenzo Ambrosino
Folco Quilici.1

 
 
Tutti noi abbiamo due grandi motivi per un grande grazie a Folco Quilici.
 
Il primo è perché con lui l’Italia ha imparato a sognare. Folco, la sua carriera di documentarista l’ha cominciata dopo la tragedia della guerra, dopo la tragedia del fascismo. Già durante la guerra si cantava “Se potessi avere mille lire al mese…”, ma quando è finita c’era una Italia a pezzi, con la gente che moriva di fame, che si litigava un pezzo di pane e il vestito nuovo era quello con il tessuto rovesciato. Così gli uomini o le donne avevano il taschino della giacchetta a destra e lo portavano con dignità.
 
In quegli anni Folco Quilici girava il mondo con la sua telecamera e consegnava a quell’Italia che si leccava le ferite, le immagini di un mondo meraviglioso, di terre incontaminate, di mari e spiagge, di fondali e vegetazioni che incantavano, che facevano dimenticare le ristrettezze del momento e facevano immaginare il Paradiso terrestre.
I suoi documentari, i filmati dei suoi viaggi in giro per il mondo, facevano sognare gli italiani.
Foto di Folco Quilici
 
 
Folco Quilici e il cinema
 
 
Folco Quilici. Libri.1
 
Il secondo motivo di ringraziamento ci riguarda direttamente.
Perché mentre tutti gli italiani sognavano di poter anche loro fare come Folco Quilici, andare nel Mar Rosso o in Polinesia, scoprire tutti quei mondi fantastici e incontaminati, tutti nel mondo sognavano di poter un giorno raggiungere quelle isole che Folco giurava essere le più belle di tutte in assoluto, che si trovavano proprio in Italia, nel nostro mare Mediterraneo.
 
L’Italia inseguiva il Paradiso inseguendo i viaggi di Folco; il mondo che guardava i suoi filmati aveva però scoperto che il Paradiso era a Palmarola e a Ponza, che Folco ha fatto conoscere con il suo amore per le nostre terre.
 
Alba sulle Ponziane
 
Il Paradiso è qui. E’ a Palmarola che Quilici ha definito un miracolo, la terra emersa più bella del mondo. E’ a Ponza e a Zannone, nell’arcipelago che Quilici ha ribattezzato “Pontinesia”, precisando che la Polinesia è seconda rispetto alle Ponziane.
Lui ha fatto sognare agli italiani il mondo e il mondo con lui ha sognato Palmarola e Ponza.
 
Per questi due motivi di immensa gratitudine il prossimo Consiglio Comunale conferirà la cittadinanza onoraria al maestro Folco Quilici
 
Folco-Quilici. 1993
 
 
Folco Quilici. Libri.2
 
 
 
Folco Quilici.2
 
 

L’isola dell’uva. Andar per cantine 2014

$
0
0

di Giuseppe Mazzella di Rurillo
Andar-per-cantine. Copertina

 

Forse quello che affascina di più dell’isola d’Ischia è la sua storia. Non la storia dei grandi uomini o dei ricchi “i cui nomi sono scolpiti sugli edifici” come dice Michael Ondaatje, che pure qui è interessantissima, ma la “storia comune” di quello che i francesi chiamano “le petit peuple” cioè il “popolo minuto”.

L’avv. Benedetto Migliaccio, erede di un’antica famiglia ischitana, appassionato storico e bibliografo, ha recuperato dopo 100 anni di abbandono la sua vigna Jesca che si trova nel Comune di Serrara-Fontana e che si estende per circa 14 ettari. L’ha chiamata la “vigna dei mille anni” perché ha mille anni di storia avendo ritrovato il primo documento nell’archivio notarile dove nel 1034 un notaio raccoglie la donazione della tenuta “Jesca” di tal Mellusi al convento dei Benedettini “per la redenzione dell’anima”.

“Qui sono stratificati mille anni di storia – dice – e le memorie degli antichi contadini analfabeti sono affidate ai terrazzamenti realizzati senza “parracine”, perché qui non c’è la “pietra verde” come a Forio, alle grotte scavate nel tufo ed al modo stesso di zappare la terra poiché la qualità del terreno ed il modo di coltivarlo rendono diversa la qualità delle uve e quindi del vino”.
Dopo 100 di abbandono la tenuta Jesca con la D’Ambra Vini di Andrea d’Ambra ha prodotto un rosso magnifico che è quello della “vigna dei mille anni” e quest’anno ci sarà domenica 14 settembre per la terza volta la “vendemmia d’autore” che trasformerà per un giorno avvocati, giornalisti,architetti insomma uomini e donne di penna e di sedia in contadini quasi a conferire un omaggio alla memoria di quelli che l’avv. Migliaccio chiama “eroi” perché hanno saputo dominare la natura che qui è impervia ma con un panorama indescrivibile che fa prendere al visitatore incantato l’isolotto di Sant’Angelo e l’isola di Capri nelle proprie braccia fermando il respiro.
“La vendemmia è una festa perché i vigneti restituiscono ad un manipolo di eroi i frutti di un impegno che non conosce pause nell’arco dell’anno” dice l’avv. Migliaccio.

Il grande archeologo Amedeo Maturi (1886-1963) rimase incantato dalla vendemmia ischitana passeggiando “lungo i sentieri che discendono dai castagneti di Barano, di Serrara e di Buonopane alle sabbie bollenti della marina dei Maroniti, all’incanto gemmato del promontorio di S. Angelo” e “su questo terreno sconvolto, franoso, bibulo, come una pomice, asciutto come un’esca, rosolato dal sole e dal vento marino, fatto tiepido dai bollori sotterranei, dal calore segreto che vi corre dentro come il sangue nelle arterie, alligna sovrana la vite”.

“Il vino è “l’acqua di Ischia” scrive Norman Douglas (1868-1952) nel suo straordinario libro “Isole d’Estate” raccontando di Ischia e raccomandando di gustare “il vino d’ogni grado di latitudine dell’isola, dal dorato torrente delle mille botti di Forio al pallido “ichor” color primula, nettare divino trasudato dalle uve nane della montagna”.

Quest’isola dell’uva c’è ancora con i suoi vigneti, le sue cantine e tutta la sua produzione tipica e si può visitare dal 14 al 18 settembre con la manifestazione “Andar per Cantine” organizzata dalla Pro Loco Panza che presentiamo in questo numero speciale.

Non solo rendiamo omaggio alla civiltà contadina ma presentiamo un antico segmento economico, sul quale gli ischitani  hanno vissuto per secoli, diventato moderno con formidabili aziende vinicole ed integrato con tutti gli altri segmenti del turismo di Ischia da quello balneare a quello termale, da quello culturale a quello all’aria aperta per i giovani.
Quest’isola antica si rinnova sempre e chiede a tutti i visitatori di essere amata e conservata con cura e rispetto perché non basta una vita per conoscerla tutta.

 

In condivisione con: http://www.ischianews.com

Formia propone la Villa di Cicerone per “I Luoghi del Cuore” F.A.I

$
0
0

di Martina Carannante
villa detta di cicerone l'esterno

 

Pochi giorni fa, tornando a Formia per le rituali spese di inizio anno scolastico, ho notato, in una nota pasticceria della città, il foglio firme per “I Luoghi del Cuore”, del FAI.
Io quel foglio lo conoscevo molto bene, perché per la campagna F.A.I. della scorsa edizione, di quelle pagine ne avevo maneggiate a bizzeffe.
Non ho riflettuto due volte e subito ho lasciato la mia firma, la stessa cosa l’hanno fatta mia mamma e mio fratello.
Il cassiere della pasticceria, un po’ stupito, mi ha chiesto come mai senza esitare avessi firmato. Gli ho risposto che i formiani avevano aiutato i ponzesi nella campagna delle firme per il Faro della Guardia ed era giusto che qualche ponzese credesse nella causa e contribuisse con la firma; ricordavo bene che due anni fa, nei giorni dedicati alle notti di Cicerone, avevamo avuto uno stand-firme F.A.I e molti formiani e non solo, avevano firmato.


Formia. Villa detta “di Cicerone” e Porto Caposele

villa di cicerone torrione

Vecchia cartolina della tomba di Cicerone

Stamattina, accendo il pc, faccio il giro consueto su Facebook e proprio sulla home mi appare la pubblicità dei Luoghi del Cuore FAI. Incuriosita apro la pagina e vado a controllare.
Noto che quest’ anno, in onore dell’Expo di Milano, c’è una classifica per votare anche i luoghi legati alla produzione agricola; troviamo così: il mulino Fanzaga in provincia di Bergamo al 15° posto, gli Orti Saraceni in provincia di Matera, ma anche Borgo e Vigneti di Rolle, Torrione della fattoria granducale di Abbadia, Masseria Pintorna ecc…

Al primo posto della classifica dei Luoghi dei Cuore c’è la Certosa di Calci, tipologia convento/abazia, in provincia di Pisa, con 20.930 voti

Noto anche una grande affluenza di beni relativi alla tipologia convento/abazia/ chiesa e alla tipologia borghi. Come negli anni passati, grande affluenza è presente per i beni della regione Liguria e in generale delle regioni del Nord Italia.

Il Lazio ha il suo primo bene, la Tomba degli scudi di Tarquinia, al 23° posto con 2152 voti, gli altri siti da tutelare sono tra Roma e Frosinone.
La Villa di Cicerone di Formia è al 152° posto con soli 171 voti. Noi sappiamo bene che ciò non è rilevante perché sono i voti cartacei a fare la differenza nella conta finale.

villa detta di cicerone formia

villa detta di cicerone particolare soffitto

villa detta di cicerone particolare

 

villa detta di cicerone uscendo dal ninfeo

E’ stata veramente una grande emozione lasciare la mia firma e maneggiare nuovamente quei fogli, perché la campagna a favore del Faro della Guardia per me è stata veramente una splendida esperienza.
Certo sarei ancor più contenta ed emozionata nel vedere coronata dal successo quell’impresa, e come me tutti coloro che allora si sono dati da fare.

A questo l’Associazione Ponza Racconta e il F.A.I stanno ancora lavorando.

 

Link per visionare la classifica: http://iluoghidelcuore.it/classifica

Parte stasera la fiction TV “Un’altra vita”, girata a Ponza

$
0
0

segnalato dalla Redazione
Vanessa Incontrada nella Fiction TV

 

Ripreso dall’articolo di Paolo Iannuccelli: “Ponza su Rai 1 per sei settimane”, del 10/09/2014

Vi è grande attesa sulla maggiore isola dell’arcipelago ponziano.
È ambientata nell’isola di Ponza, infatti, la fiction in sei puntate dal titolo “Un’altra vita” e trasmessa in prima serata da oggi, 11 settembre, su Rai 1, con protagonista principale Vanessa Incontrada.
Nel cast ci sono anche Daniele Liotti, Loretta Goggi, Cesare Bocci e Francesca Cavallin.
Prodotta da Endemol Italia con Rai Fiction e scritta da Stefano Bises, Monica Rametta e Ivan Cotroneo e diretta da Cinzia Th Torrini.

Nell’isola, si è iniziato a girare la fiction Un’altra vita sul finire della stagione invernale, quando il turismo è assente. Insomma in un periodo in cui è popolata solamente dai suoi abitanti, molti dei quali coinvolti nelle riprese, in particolare come comparse.
La troupe ha girato in diverse parti dell’isola, col suo mare e le sue coste, il porto, la miniera e gli altri luoghi del centro (ma alcune scene sono state girate a Milano, in particolare gli interni).

Tante le comparse ponzesi che hanno lavorato in piena sintonia con lo staff organizzativo. Compare Tony De Simone, gigantesco ragazzo di le Forna, dal carattere mite e bonario, lo conoscono tutti per il suo fisico da cuoco provetto e la bontà d’animo. Big Tony, nella vita di tutti i giorni fa un po’ di tutto, cerca un onesto lavoro, sacrificandosi anche di notte.

Giù alle Banchine con Tony
Vedremo Daniela Ognibene, ex-pornostar, che da tempo ha lasciato il set per tornare nel suo luogo di origine, è diventata mamma ed è profondamente religiosa, abbracciando la Chiesa Evangelica.

Veniamo ora alla trama della fiction “Un’altra vita”.
Vanessa Incontrada è Emma, una dottoressa che vive a Milano, sposata con Pietro (Cesare Bocci), direttore sanitario di un importante ospedale ed hanno tre figlie (interpretate da Giulia Cappelletti, Claudia Alfonso e Ludovica Bizzaglia).
L’uomo però viene arrestato per corruzione ed Emma che lavora nello stesso ospedale come radiologo ne rimane sconvolta. Decide così di lasciare la città insieme alle figlie e si trasferisce a Ponza dove trova lavoro nel poliambulatorio, cercando di costruirsi una nuova vita. Non senza difficoltà, per via di questo trasferimento, deve anche farsi accettare dagli abitanti dell’isola.
Qui Emma conosce Antonio (Daniele Liotti): fra i due nasce un legame, ma l’uomo ha qualcosa di misterioso che riguarda il suo passato. A Ponza poi arriva anche la suocera di Emma, Elvira (Loretta Goggi), molto legata alle nipoti che vorrebbe che la nuora tornasse a Milano, per riunire la famiglia.

In condivisione con http://www.parvapolis.it

Un'altra vita 

Stasera su RAI 1 alle 21,15

Unaltra-vita. Riprese

Il set della fiction, nello scorso aprile, durante le riprese

.

Note
Sul sito, altri servizi dedicati alla fiction (in ordine temporale):

“Un’altra-vita”. La fiction Rai a Ponza” – del 23 marzo 2014, di Mimma Califano (leggi qui);

“Arrivederci alla troupe della fiction” – del 13 aprile 2014, di Martina Carannante (leggi qui);

“Ponza va in tv con la nuova fiction” – del 6 agosto 2014, di Luisa Guarino (leggi qui).

Viewing all 10373 articles
Browse latest View live