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A settant’anni da Marzabotto. (2). Cambia solo la lingua, di Giorgio Diritti

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proposto da La Redazione
7. Martina

 

Cambia solo la lingua

Quanto è distante Marzabotto?
Settant’anni..?
Settanta miglia prima che lo scafista butti a mare i suoi naviganti “clandestini,” settanta giorni di prigionia prima che il combattente rivendichi la gloria di esporre al mondo la morte per decapitazione del suo prigioniero inerme, settanta bombe, settanta razzi prima che una, due, tre cadano sulla scuola, nel mercato, prima di vedere i brandelli di sangue come a Casaglia o Cerpiano.

È molto vicina la stage di Marzabotto, ha cambiato lingua, territorio, ma poco altro nello scempio di vita altrui che certi uomini continuano a fare.

Nello scempio di un società evoluta dove la ricchezza si fonda anche sul mercato delle armi, sullo sfruttamento dei simili, sulla schiavitù, e dove il confine dello spettacolo televisivo mischia ogni sera la realtà drammatica e violenta a quella effimera della pubblicità. Il pianto cammina ancora sui sentieri di Monte Sole nell’animo di chi c’era o di chi ha ascoltato la voce di chi c’era. Credo sia fondamentale nella vita un giorno andare lì.

La memoria è il più importante patrimonio da difendere.

E forse un giorno, finalmente, il progresso non sarà solo un nuovo oggetto tecnologico ma il bene per l’umanità.

[di Giorgio Diritti - Da La Repubblica di domenica 21 sett. 2014]

L’autore nel 2009 ha diretto il film L’uomo che verrà sulla strage di Marzabotto

 

Il sacrario di Monte Sole

 

Anche da leggere  - vivamente consigliato – l’intera pagina che La Repubblica ha dedicato all’evento domenica 21 dicembre, con un articolo di Michele Smargiassi oltre a quello di Giorgio Diritti sopra-riportato; il tutto nel file. pdf:  Pagg. 40-41 Repubblica del 21.09.2014


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