Parlando con un cacciatore di Ponza (mio coetaneo e Silverio come me), mi sono un po’ chiarito le idee.
Preoccupato dalle mie esternazioni su “A proposito di volatili”, e pensando a me come un “ambientalista” travestito, mi ha manifestato i suoi pensieri al riguardo.
“E’ questione di generazione” – mi ha detto – “passata la mia, difficilmente continuerà la caccia sull’isola, perché l’amore per la caccia finirà con noi”.
Perché nei giovani (tranne rare eccezioni) i fucili sono del papà o del nonno e non vengono neanche considerati, se non per la loro potenziale pericolosità.
“Ma io devo andare a caccia, mi devo sedere su un costone di roccia con il mio cane accanto e aspettare l’alba; è uno spettacolo che non ha pari e che dà delle sensazioni e delle emozioni che sono solo di chi si trova lì alle quattro del mattino, con il freddo e la rugiada a farti compagnia. Poi, se riesci a cacciare qualche uccello, tortora, beccaccia, “marvizzo” o tordo che sia, meglio ancora, ma non è indispensabile”.
Mi sono auto-invitato. Per quando sarà di nuovo aperta la caccia. Poi vi dirò.