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Il vero museo dei ponzesi

di Silverio Guarino

 

È sicuramente una provocazione che rimarrà tale ed inascoltata, ma, poiché è mia onestà mentale dire (e scrivere) quello che penso, ecco quello che vado a proporvi.

È notizia recente che a Terracina (forse per la solita soffiata anonima), le forze dell’ordine preposte (Guardia di Finanza), abbiano proceduto a sequestrare una ingente quantità di reperti archeologici (anfore, soprattutto), che era gelosamente custodita in un magazzino del porto (sulla stampa on-line pontina: leggi qui).
Tutti questi reperti fanno parte adesso, del museo archeologico della stessa città.

Perché aspettare le denunce anonime e i sequestri delle forze dell’ordine?

Se tutti gli abitanti di Ponza, cittadini residenti e turisti ospiti, decidessero di donare ad un unico museo dell’isola le anfore, i reperti archeologici, le ancore e tutto ciò che hanno nelle loro abitazioni isolane, attinti tutti dai fondali del nostro mare, si realizzerebbe un’opera unica e grandiosa.

Non so se potrebbe essere sufficiente lo spazio messo adesso a disposizione delle mostre e degli eventi, quello dei “Cameroni”, per intenderci.

Come è giusto che sia, per dare il buon esempio, potrei cominciare io stesso mettendo a disposizione quell’unico “cuòll’ d’anfora” da me catturato negli anni ’60 davanti alle grotte azzurre, quando si inciampava sott’acqua, anche a basse profondità, in frammenti e schegge di anfore d’epoca remota.

Image may be NSFW.
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Frammento di anfora romana

Sono pronto a cominciare, ma chi mi seguirà, in questa mia nobile iniziativa?

Eppure, sarebbe sufficiente entrare in una casa qualunque di un ponzese qualunque per poter vedere, messe in bella mostra, le anfore e i reperti antichi che il nostro mare ci ha consegnato.
Una casa qualunque di un ponzese qualunque, il vero museo dei ponzesi.


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